Garniga, che fine fanno le Terme? Il costo del restauro (mai iniziato) raddoppia e potrebbero diventare un condominio
L’allarme del sindaco Linardi, la proprietà è di Patrimonio del Trentino (cioé della Provincia) che non sembra intenzionata a completare il rilancio: «per il paese sarebbe un colpo durissimo»
GARNIGA. Le due interrogazioni presentate dal consigliere provinciale del Partito Democratico Alessio Borga, rispetto alle terme di Garniga e alle limitrofe ex caserme austroungariche alle Viote del Bondone, hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Soprattutto sul primo tema, che oramai si protrae dal lontano 2014, quando l'allora Amministrazione provinciale ragionò sul rilancio del complesso termale con un nuovo progetto, i cui lavori sarebbero dovuti partire nel 2017 e terminare, spiega il sindaco del piccolo comune Valerio Linardi, in tempo per l'adunata degli alpini del maggio 2018.
Nulla di fatto invece ed anzi, aggiunge Linardi, gli scenari futuri sembra piuttosto cupi e preoccupanti: «Come Amministrazione non siamo per niente soddisfatti dalle notizie che, lo scorso mese di ottobre, ci sono state comunicate. Patrimonio del Trentino, azienda proprietaria dell'immobile e controllata dalla Provincia, ci ha informati che al costo iniziale di circa tre milioni di euro, già stanziati, se ne dovranno aggiungere più del doppio per costi non preventivati inerenti la messa a norma della struttura.
Sinceramente sono sorpreso e incredulo: come è possibile che sia stato redatto, controllato ed approvato un progetto e che, appena qualche anno dopo, vengano a dirmi che i costi sono lievitati in questo modo? Si consideri poi che hanno già svolto dei lavori di abbattimento, ma forse prima avrebbero dovuto capire se era il caso di farli. Inoltre, da alcune indiscrezioni sembra che la Provincia non abbia intenzione di stanziare nuove risorse per realizzare il progetto delle terme, e questo sarebbe un durissimo colpo per Garniga».
Linardi infatti spiega come la nuova idea di Patrimonio del Trentino parrebbe essere quella di creare un condominio al posto delle terme. Una struttura che, aggiunge il sindaco, «taglierebbe definitivamente le gambe al turismo di Garniga, comportando anche l'eliminazione della dicitura 'Terme' nel nome del comune, venendo a mancare definitivamente il servizio».
«Che lo chiamino cohousing o edilizia agevolata poco importa - ha aggiunto, - dato che questo intervento non porterebbe alcun valore aggiunto. Continuo a non capacitarmi del fatto che il progetto sia stato validato e che ora mi vengano a dire che servono più del doppio dei soldi per realizzarlo, dopo che diversi soggetti lo hanno controllato ed approvato. Inoltre, e voglio che sia chiaro, io ad oggi non ho ancora visto nessun documento, nessuna "lista" di questi interventi che complessivamente verrebbero a costare tra i tre e i quattro milioni aggiuntivi. Ma se è vero che il progetto del 2014 non sta più in piedi, vorrei proprio capirne il motivo».
Linardi ha inoltre aggiunto che già nella scorsa estate erano trapelate notizie di un possibile aumento dei costi: «Si era parlato però di un milione o poco più, soldi che la giunta provinciale, presente a Garniga nel mese di giugno, aveva ribadito di poter mettere, facendoci ben altre promesse. Da amministratore non mi sento per nulla tranquillo nel comunicare queste cose ai cittadini, ma purtroppo la struttura è provinciale ed essendo "a casa loro" possono decidere come vogliono. Noi prenderemo atto delle scelte, ma ribadiamo che se questa visione venisse confermata per noi sarebbe un colpo terribile, perché le terme rappresentavano l'elemento di spicco per il rilancio di Garniga».
Rispetto invece alle caserme delle Viote, il Primo cittadino ha concluso: «Si potrebbero fare diverse cose: una cittadella sportiva, un luogo per le colonie estive o un centro di ricerca, anche perché in parte sono state utilizzate con una certa regolarità e dunque alcuni interventi su impianti o serramenti sono stati fatti. L'importante è che ci coinvolgano nelle scelte future».