Palazzetto di Piné, 180 milioni: tutti i dubbi della minoranza comunale, che attacca la sostenibilità
Elisa Viliotti, ex assessore: «Andammo in Baviera a vedere un centro simile al nostro, con 30 milioni si poteva fare. Adesso parlano di 180 milioni, ma non li hanno, non ci sono neanche nel Pnrr»
BASELGA DI PINE’. «Come consiglieri di minoranza chiediamo che se ne discuta nel nostro consiglio comunale, che gli amministratori provinciali si confrontino con noi, che la nostra Comunità possa incidere sulla scelta da perseguire e che venga tutelata la sostenibilità economica oltreché ambientale della struttura». Lo dichiara Elisa Viliotti, ex assessora e oggi consigliera comunale a Baselga di Piné, nonché capogruppo di Impegno per Piné, dopo aver letto sull'Adige le dichiarazioni entusiastiche del sindaco Alessandro Santuari dopo aver visionato il mega progetto di palazzetto del ghiaccio coperto per le gare olimpiche di pattinaggio velocità presentato da Fincantieri alla Provincia.
«Per la realizzazione delle infrastrutture olimpiche - ricorda la consigliera d'opposizione - risultano oggi stanziati nel Bilancio provinciale 13 milioni per il 2023 e 22 milioni per il 2024, poiché la richiesta di 30 milioni per l'Ice Rink Piné a valere sulla missione 1 del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non risulta essere stata finanziata. La mancanza di fondi costringe, di fatto, la Provincia a dover considerare eccentriche ipotesi di partenariato pubblico privato solo per poter rateizzare la spesa».
«Era il 4 luglio 2019 - ricorda Elisa Viliotti - e, come assessore, festeggiavo, insieme alla mia Comunità, l'assegnazione dei giochi olimpici invernali 2026 che vedevano l'Ice Rink Piné sede olimpica per il pattinaggio velocità. Un'esultanza che ha ben presto lasciato il campo all'amarezza dovuta alla mancanza di comunicazioni formali e ad indicazioni da parte delle Istituzioni preposte (Cio, Provincia), sino addirittura alla preclusione informale dell'utilizzo del logo olimpico poiché la sede di Baselga di Piné non era ancora stata confermata.
Nei rapporti del Cio si leggeva, infatti, come la candidatura non convincesse perché economicamente non sostenibile in quanto a fronte di un investimento complessivo di circa 70 milioni di euro, il deficit di gestione stimato sarebbe ammontato a circa 800 mila euro annui. Ricordo quante volte la mia Amministrazione veniva accusata di essere eccessivamente attenta ai conti quando chiedeva chiarezza dei costi, dei finanziamenti e della spettanza del ripianamento delle perdite di gestione, ponendo l'attenzione sulla sostenibilità economica, oltreché ambientale, di una struttura di proprietà esclusiva di un Comune di 5 mila abitanti che già faticava a pagare l'energia elettrica e centinaia di migliaia di euro per le manutenzioni straordinarie».
«E ora - rimarca la consigliera - questa progettualità che enfatizza oltremodo una situazione di non sostenibilità. Eppure nel 2017, nella visita all'impianto di Inzell, in Baviera, noi amministratori locali avevamo appurato come con 34 milioni di euro fosse stata realizzata una splendida struttura coperta a partire da un impianto del 1986 molto simile al nostro».