La proposta di Cia per i trentini che lavorano lontano da casa: “Un contributo ai pendolari per le spese di viaggio”
Riprendendo una analoga norma di legge in vigore nella Provincia di Bolzano, il consigliere di Fratelli d’Italia ha presentato un disegno di legge ad hoc. Costo per l'ente pubblico stimato in 500mila euro l'anno
TRENTO. Un sostegno economico da parte della Provincia ai pendolari - lavoratrici e lavoratori dipendenti - che abitano lontano dal posto di lavoro e in località non adeguatamente servite dai mezzi pubblici: è questo l'obiettivo di un disegno di legge depositato da Claudio Cia, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio provinciale. Riprendendo una analoga norma di legge in vigore nella Provincia di Bolzano, Cia ha presentato la sua proposta che stima possa comportare un costo per l'ente pubblico di 500.000 euro l'anno.
«Con questa proposta - spiega il consigliere provinciale - intendiamo creare le condizioni di pari opportunità fra i cittadini trentini attraverso il superamento delle barriere rappresentate dalle distanze fisiche dai luoghi di lavoro, introducendo un riequilibrio mediante l'abbattimento dei costi sostenuti per le spese di trasporto che altrimenti incidono fortemente sui bilanci familiari».
Il disegno di legge prevede le agevolazioni per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti che «risiedono in provincia di Trento e che si spostano dal luogo di residenza al luogo di lavoro situato in provincia di Trento per almeno centoventi giorni in un anno solare».
Il requisito per poter richiedere l'aiuto economico è che il lavoratore o la lavoratrice abiti a una distanza fra il luogo di residenza e il luogo di lavoro superiore a dieci chilometri, con un servizio di mezzi del trasporto pubblico di linea con le fermate più vicine al luogo di lavoro e al luogo di residenza con un tempo di attesa complessivo di almeno sessanta minuti; oppure serviti da mezzi del trasporto pubblico di linea con le fermate più vicine al luogo di lavoro e al luogo di residenza che arrivano presso il luogo di lavoro dopo l'inizio dell'orario di lavoro o partono prima della fine dell'orario lavorativo.
Ne hanno diritto anche coloro per i quali la distanza fra il luogo di residenza e il luogo di lavoro sia superiore a cinque chilometri e non siano serviti da mezzi del trasporto pubblico di linea.Il contributo non è concesso, invece, ai lavoratori che utilizzano un mezzo aziendale per recarsi sul luogo di lavoro, oppure che percepiscono un'indennità o dei rimborsi connessi alle spese di viaggio o che beneficiano del trasporto gratuito su un mezzo pubblico di linea per recarsi sul luogo di lavoro.
Infine, sottolinea Cia: «Nell'ottica di limitare l'esborso per le casse provinciali e ispirandosi al principio di equità e giustizia sociale, si stabilisce che l'agevolazione non sarà concessa nel caso in cui l'ammontare della stessa dovesse essere inferiore ai 200 euro o se il reddito individuale complessivo al lordo degli oneri deducibili della lavoratrice o del lavoratore dovesse superare i 50.000 euro annui. L'entità del contributo dovrà essere definito poi con delibera di Giunta.