Guerra / L’emergenza

Dall'Ucraina a Trento: dalla rete delle badanti alle aziende, al lavoro per portare qui i parenti, la nostra intervista a una famiglia "salvata" dalla ditta Wildix – VIDEO

Molti vanno verso i confini con pullman, dopo la sospensione del traffico aereo, ma la situazione è difficile ed incerta

di Gigi Zoppello e Marica Viganò

TRENTO. Le famiglie ucraine che vivono in Trentino aprono le porte delle loro case ai connazionali in fuga dalla guerra. Molti anche i trentini che in queste ore si sono resi disponibili ad ospitare le donne ed i bambini che arriveranno nei prossimi giorni in Italia. Sono infatti in partenza dall'Ucraina i pullman diretti alle frontiere di Polonia e Romania, vie sicure per la fuga in Europa. I primi arriveranno già questa sera, ed il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha annunciato che è stato riaperto l'Osterllo della Gioventù, che li ospiterà da oggi.

Mobilitate anche molte aziende trentine che hanno attività in Ucraina. Coma la Wildix, di Mattarello, che aveva uffici operativi a Odessa, Kiev e Leopoli, e che ha organizzato il trasferimento dei dipendenti ucraiini e delle loro famiglie: 250 persone.

«Abbiamo preso la decisione di evacuare tutto il nostro personale ucraino e le loro famiglie al di fuori dal Paese, in risposta alla minaccia russa. L'80% del nostro personale e le loro famiglie sono ora al sicuro presso i nostri uffici sparsi in Europa. Siamo attualmente al lavoro per spostare il restante 20% che è ancora in territorio ucraino» spiega Steve Osler, Ceo di Wildix, l'azienda trentina con sede operativa a Mattarello che da più di 15 anni è presente in Ucraina con 130 ingegneri e collaboratori per lo sviluppo dei suoi sistemi di comunicazione e videoconferenza.

A Odessa c'è la sede, a Leopoli un ufficio, mentre alcuni collaboratori lavorano a Kiev. Trentadue dipendenti ora sono ospitati in bed&breakfast in Trentino (cinque i bambini arrivati finora) e nei prossimi giorni saranno raggiunti dalle famiglie che non sono potute partire subito. «Stiamo contattando strutture che offrono sistemazioni a lungo termine, in attesa di capire l'evoluzione della situazione in Ucraina» spiega Emiliano Tomasoni, direttore marketing.

I primi sono riusciti a partire in aereo, prima dell'invaqsione russa. Gli ultimi sono in viaggio verso la Romania, dove voleranno da Timisoara a Verona.

Abbiamo intervistato uno dei dipendenti Wildix. Arrivato nei giorni scorsi, ha potuto volare con la moglie e il bambino da Odessa a Bologna ed ora è ospitato nel capoluogo trentino.

 

 

«Il mio telefono continua a squillare. Tre famiglie hanno superato il confine con l'Ungheria e sono dirette in Trentino dai loro familiari. Attendiamo anche una mamma con due bambini che non ha nessuno qui da noi: siamo pronti a ospitarla, confidiamo di trovare una sistemazione per tutti. Ho trovato la solidarietà di tanti italiani che ci hanno offerto il loro aiuto» spiega Stefaniia Shmits, responsabile dell'associazione culturale degli ucraini in Trentino Rasom.

«Noi ucraini siamo diversi, ma tutti uniti quando si tratta della nostra patria: il nostro popolo vuole vivere in pace, noi emigrati lavoriamo lontani ma sempre con l'Ucraina nel cuore» evidenzia Mariya Pylypiv, vedova, 22 anni trascorsi in Italia e un sogno: «Vorrei tornare a vivere nel mio paese, vicino a Leopoli. Ora non ci resta altro che pregare». Mariya spiega che con lo scoppio della guerra gli uomini devono rimanere in patria, ma per le donne e per i bambini c'è ancora la possibilità di andare via. Anche se non è facile. Come testimoniano le immagini che arrivano dall'Ucraina, diventa difficile attraversare il paese con in mezzi privati: manca il carburante, ci sono le file ai distributori, le colonne d'auto alle frontiere. Bloccato il traffico aereo e con la rete ferroviaria non sicura, gli spostamenti con pullman rimangono l'unico mezzo per lasciare il paese.

«Ma gli autobus hanno solo 54 posti, tutti non ci stanno - spiega Angela Kotyk, portavoce delle badanti ucraine in Trentino e presidente dell'associazione Aiutiamoli a vivere Trentino Alto Adige - Sappiamo che i nostri connazionali stanno passando le frontiere della Romania e della Polonia, ma non ho ancora ricevuto alcun avviso in merito al loro arrivo a Trento. L'unica certezza è che le prime fermate in Italia delle corriere in arrivo dall'Ucraina sono in Veneto, in Trentino Alto Adige e in Friuli: molte donne con i loro figli rimarranno qui. Il viaggio non è facile neppure in senso contrario: gli aiuti che abbiamo spedito ieri (giovedì, ndr) agli ospedali per i militari non sono ancora arrivati alla dogana».

Si prevede un arrivo massiccio nelle prossime ore in Italia e anche in Trentino? «Per ora si tratta di un'ipotesi: la situazione viene monitorata, ma non c'è alcun concreto riscontro - spiega il prefetto Gianfranco Bernabei - Molti ucraini hanno una rete di appoggio qui, un punto di riferimento. Se verranno considerati profughi o richiedenti asilo, sarà il Governo a disporlo». La decisione arriverà in una cornice internazionale: lo status sarà riconosciuto nell'ambito dell'Unione europea. Per migliaia di ucraini in viaggio, nella speranza di trovare la salvezza in altro Paese, 250 sono partiti con una settimana di anticipo.

 

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