I consigli della psicologa: “Parliamo ai nostri bimbi della guerra, non nascondiamo quello che sta accadendo”
Roberta Bommassar: “Dobbiamo dare speranza ai nostri bambini. Non giriamo la testa dall'altra parte - come è stato fatto per l'Ucraina, visto che la situazione è in bilico da molti anni -. Nel caso del Covid spieghiamo che grazie agli scienziati e all'intelligenza degli uomini stiamo vincendo e stiamo sconfiggendo il virus. Diamo questo messaggio ai piccoli, loro lo capiranno perfettamente”
TRENTO. «Non nascondiamo ai nostri bambini e ragazzi quello che sta accadendo. Però accompagniamoli e spieghiamo loro le cose». Due anni di Covid, con le limitazioni ai viaggi, alle feste, alla vita sociale. E ora pure la guerra, con i titoli e le foto dei giornali e le immagini dei Tg. Se affrontare tutto questo è difficile per chiunque, lo è soprattutto per i più piccoli. Come si spiega quello che anche per noi adulti è inconcepibile a chi non ha tutti gli strumenti per capire. Ne abbiamo parlato con Roberta Bommassar, psicologa e presidente dell'Ordine, chiedendole aiuti e consigli.
Dottoressa: come si spiega una guerra ai bambini?
Per prima cosa direi che gli adulti devono andare tutti nella stessa direzione. E gli adulti nella vita dei bambini sono in due macro aree: i genitori e la scuola. Detto questo partirei dalla considerazione che i grandi eventi traumatici possono avvenire, che siano un terremoto o una guerra.
La "pillola" va addolcita? O meglio cercare di non darla?
Non neghiamo. Non banalizziamo. E non facciamo finta che non ci riguardi, anche se avviene relativamente lontano da casa nostra. Poi a seconda delle età diverse si possono utilizzare accorgimenti e linguaggi diversi. Quindi parliamone, senza cambiare canale della tv o senza nascondere il giornale. E aiutiamo i bambini nell'empatia: si può partire dal fatto che sono eventi molto gravi ma che non accadono qui da noi. Però, anche se ci sono tanti chilometri di distanza, spieghiamo che anche lì ci sono famiglie e bambini, ci sono le scuole e i parchi gioco.
Provare a spiegare chi sono i buoni e chi sono i cattivi, è d'aiuto?
Spieghiamo che non sempre gli adulti fanno le scelte giuste. Si può dire che c'è un prepotente, ma sarebbe riduttivo pensare che le bombe siano tutta colpa di una sola persona. Non c'è il Pierino di turno che è sempre il solo e unico responsabile di tutto. Noi avremmo potuto fare di più per fermare il prepotente. Altro aspetto importante: la pace non diamola per scontata. Facciamo capire che va coltivata e che le relazioni vanno curate ogni giorno.
Dopo due anni di chiusura, nei quali raccontavamo di quanto fosse bello il mondo, adesso il mondo là fuori ci offre queste immagini di distruzione e incendi.
Il mondo resta bellissimo, diciamoglielo chiaramente. Spieghiamo che tutti dobbiamo impegnarci perché rimanga bello, e in questo caso mi riferisco alla guerra ma anche, ad esempio, all'inquinamento e al rispetto dell'ambiente.
De Gregori canta che "la guerra è bella anche se fa male": per un bambino, inutile negarlo, i soldatini, i fucili, i carri armati esercitano un grande fascino.
La interrompo e dico subito che Putin ha giocato troppo poco alla guerra quando era piccolo. Voglio dire che la dimensione del gioco, anche se con le pistole e i fucili finti, va bene. Bisogna creare un contesto, far sapere e capire ai piccoli che si tratta appunto di un gioco che inizia e finisce. C'è un libro che si intitola "I buoni lo pensano, i cattivi lo fanno". Credo che solo il titolo possa rispondere alla domanda. Quindi giochiamo a tutto, sapendo bene il contesto.
Dicevamo all'inizio del Covid: ora che si torna a respirare, probabilmente per sempre, ecco le bombe.
Dobbiamo dare speranza ai nostri bambini. Non giriamo la testa dall'altra parte - come è stato fatto per l'Ucraina, visto che la situazione è in bilico da molti anni -. Nel caso del Covid spieghiamo che grazie agli scienziati e all'intelligenza degli uomini stiamo vincendo e stiamo sconfiggendo il virus. Diamo questo messaggio ai piccoli, loro lo capiranno perfettamente. Cerchiamo di essere sempre onesti ma diamogli speranza. E accompagniamoli nell'essere empatici, è un aspetto davvero molto importante.