Divieto di introdurre specie alloctone nei corsi d’acqua: la Provincia fa il suo piano, respinto al mittente
L’assessore Giulia Zanotelli annuncia di aver avocato la competenza in materia: pronto un «piano di rischio» che consentirà di aggirare la normativa in vigore nel resto d’Italia. Che però non piace ai pescatori, e verrà riscritto, tutto da rifare
TRENTO. Se ne discute da un anno: il recepimento a livello nazionale della Direttiva europea sul divieto di immissione di specie alloctone nei corsi d’acqua, impedisce alle associazioni pescatori di ripopolare le acque con trote di allevamento. Ma la Provincia di Trento va contro la Direttiva e la legge nazionale: «abbiamo avocato la competenza», annuncia l’assessore Giulia Zanotelli. Ed è facile prevedere che si arriverà ad un nuovo contenzioso davanti alla Corte Costituzionale.
La giunta informa infatti che «Rispetto alle comunicazioni date negli scorsi giorni sia in Aula sia al mondo della pesca, si precisa quanto segue per una corretta e puntuale informazione e aggiornamento. Nella seduta della Commissione Politiche Agricole del 10 marzo 2022, il Ministero della transizione ecologica ha chiarito che permane il divieto di immissione di specie ittiche non autoctone, in quanto tale divieto non è superato dalla disposizione contenuta nella recente legge 25 febbraio 2022 (cosiddetto Milleproroghe)».
Che fare? «Stante il quadro, la Provincia autonoma di Trento ritiene che l’unica strada perseguibile sia quella di dare completa applicazione all'articolo 8 della legge sulla pesca, come modificato con legge provinciale di assestamento di bilancio dell’agosto 2021, grazie all’iniziativa della Giunta provinciale.
Infatti, con tale norma la Provincia ha avocato a sé la possibilità di autorizzare autonomamente le immissioni ittiche anche di specie alloctone, dando diretta applicazione alla Direttiva Habitat». L’autorizzazione però richiede la stesura di uno studio del rischio da sottoporre al parere di Ispra; «documento che è di fatto concluso e, data l'urgenza, sarà sottoposto, dopo una prima presentazione già avvenuta nei giorni scorsi, ad una condivisione di maggior dettaglio con i rappresentanti locali del mondo della pesca» ha detto Zanotelli.
Peccato che ai pescatori non è piaciuto, e l'hanno repinto al mittente. Tanto che è stato rimandato al Servizio Fauna e Foreste per essre riscritto. Lo rivela il consigliere provinciale del Patt, Michele Dallapiccola.
"Come al solito - afferma - la Provincia ha voluto vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, così si è andati incontro a una sonora bocciatura". Secondol' autonomista dalla Provincia arrivano indicazioni contraddittorie. “Com’è possibile che l’assessora competente, Giulia Zanotelli, si sia accorta solo a cose fatte che il piano redatto dal suo stesso dipartimento andasse in direzione diametralmente opposta a quelle che sono le richieste dei pescatori trentini?”.