C'è anche un infermiere trentino con la Croce rossa a Leopoli
Stefano Larcher sta rientrando insieme alla carovana con ottanta anziani, bambini e disabili che saranno ospitati in varie strutture per lo più in Veneto. Da vent'anni infermiere della rianimazione, membro del soccorso alpino, Larcher aveva avuto una precedente esperienza in zona di guerra in Afghanistan
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TRENTO. C'è anche il trentino Stefano Larcher (nella foto) tra i volontari della prima missione di evacuazione di civili organizzata dalla Croce Rossa Italiana in collaborazione con la Protezione Civile. Da vent'anni infermiere della rianimazione, membro del soccorso alpino, nonché appunto volontario della Croce Rossa, Larcher è partito per dare il suo contributo nell'ambito di questa operazione che ha l'obiettivo di portare un'ottantina di fragili ucraini in strutture italiane pronte ad accoglierli.
La carovana, formata da 36 mezzi, sta rientrando in queste ore da Leopoli dove appunto sono state presi in carico bambini, anziani e diversamente abili in fuga dall'emergenza e che provengono da ogni parte del Paese, da Lutsk a Kharhiv fino a Kiev. La Croce Rossa, prima della partenza, ha effettuato un triage in una struttura sanitaria nel sud di Leopoli, gestita dalla locale Croce Rossa.
«Grazie alla perfetta collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile - ha sottolineato Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) - queste persone troveranno adeguata protezione e sistemazione nel nostro Paese».
Inizialmente sembrava che alcune di queste persone in difficoltà sarebbero state ospitate anche in Trentino, ma dalle ultime notizie pare che saranno tutte accolte in strutture del Veneto.
Il convoglio composto da due ambulanze, 6 pulmini, 2 minibus, 3 autobus di cui uno ad alto biocontenimento, 2 macchine e un furgone per materiali vari, era partito nella notte tra giovedì e venerdì scorso dall'Italia alla volta di Leopoli con 36 persone a bordo, tra cui volontari, staff, medici, infermieri. oss e operatori RFL.
Ora il viaggio è quasi terminato e anche il trentino Larcher, che già aveva avuto una precedente esperienza in zona di guerra in Afghanistan, è pronto a rientrare a casa.
Intanto a Trento Cinformi continua a lavorare sul fronte accoglienza. Dalla scorsa settimana, nella sezione dedicata all'emergenza Ucraina, è stato aperto un form dedicato all'ospitalità in famiglia. Già una trentina di questionari restituiti. Si tratta d un tentativo di "mappare" e intercettare i bisogni delle tante famiglie trentine che hanno aperto le porte delle loro case agli ucraini in fuga.
Si vuole capire il tipo di sostegno di cui hanno bisogno e in alcuni casi anche raccogliere le loro richieste di trovare un altra sistemazione per le persone che stanno ospitando. in alcuni casi, infatti, le famiglie trentine hanno accettato di ospitare donne e bambine ucraine pensando che si trattasse di un ospitalità limitata nel tempo, ma con il passare delle settimane ora sono in attesa di capire se l'ente pubblico si sta organizzando per fornire lui gli alloggi.