Politica / Giustizia

Insulti a Marini, Sgarbi a processo, ma di mezzo c'è l'insindacabilità da parlamentare

Il presidente del Mart chiedeva 28 mila eurto di danni, ma ha perso la causa. Invece è stato condannato a 15 mila euro di risarcimento verso il consigliere provinciale per averlo definito «inetto, depensante, incompetente, ignorante, onanista». Ma… deciderà la Commissione di Montecitorio

ROVERETO. Se il presidente del Mart insulta un consigliere provinciale, va giudicato in tribunale? Dovrebbe essere così, ma siccome il presidente del Mart è anche parlamentare, deciderà la «Commissione delle autorizzazioni a provdere» della >Camera, se gli insulti sono stati rivolti «nell’ambito della pratica di rappresentanza politica» o meno.

La telenovela politico giudiziaria tra il presidente del Mart, e deputato, Vittorio Sgarbi ed il consigliere provinciale dei 5 stelle Alex Marini è ad un nuovo capitolo: in questi giorni la Commissione di Montecitorio deve infatti decidere se l’onorevole Sgarbi può ricorrere o meno allo scudo, che gli permetterebbe di evitare le conseguenze di un processo penale e di non dover risarcire nulla.

Ma di cosa è accusato esattamente Sgarbi? Semplice, di aver insultato pubblicamente Marini dandogli, tra le altre cose, dell’«inetto, depensante, incompetente, ignorante, onanista».

Si sa che le sfuriate di Sgarbi sono un elemento del folklore politico del personaggio, voluto proprio dall’attuale giunta a trazione leghista per ravvivare il panorama culturale trentino. Tuttavia, andando indietro nel tempo, la faccenda è un po’ più complicata di quanto appaia a prima vista. Perché, all’inizio era esattamente il contrario, ovvero era proprio Sgarbi a minacciare di querelare Marini, reo di contestare, come è nel suo diritto, l’opportunità politica di tale nomina pubblica.

Era il 2019, e lo Sgarbi furioso se l’era presa un po’ con tutti quelli che non avevano gradito la sua nomina, inondandoli di insulti. A questo punto, era maggio, Sgarbi fa causa a Marini in sede civile chiedendo un risarcimento di 28mila euro e Marini denuncia Sgarbi per diffamazione.

Ad aprile dello scorso anno, a Macerata, il giudice non solo respinge la richiesta di Sgarbi, ma in primo grado delibera che l’onorevole debba pagare 15mila euro e le spese processuale. A giugno, altra puntata: la Corte di Appello di Ancona decide di sospendere il pagamento dei danni che Vittorio Sgarbi avrebbe dovuto versare a Marini e di inviare gli atti ed attendere il pronunciamento della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati. Sgarbi è un deputato e gode dell’immunità.

Sgarbi spiega di essere stato ascoltato: «Certamente mi sono espresso con una certa veemenza - dice - ma è stato lui a insultarmi» afferma il noto critico (senza citare il fatto che il Tribunale ha sentenziato diversamente). «Ma nella valutazione della autorizzazione a procedere, ho sollevato la questione dell'insindacabilità, poiché i fatti si riferiscono alla mia attività di politica culturale in Trentino, e quindi è politica»..

Deluso invece il consigliere: «Non mi aspetto granché - spiega Marini - perché, almeno dagli atti, il dibattito in commissione è a tratti fantasioso, spesso sommario ed impreciso. Quello che faccio fatica ad accettare è il fatto che quando si tratta di vincere, Sgarbi si comporti da privato cittadino, mentre quando rischia di perdere si appelli all’immunità parlamentare».

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