Impianto di gassificazione rifiuti a Pergine: scontro politico in commissione provinciale
Oggi l'organismo del consiglio ha ascoltato il sindaco Roberto Oss Emer, che ha ribadito le ragioni del sì al progetto e ha criticato la petizione popolare che intende fermarlo. Si sono espressi contro l'impianto sia lo stesso presidente della commissione Job (Lega) sia Coppola dei Verdi. Via libera a un'altra iniziativa popolare: quella contro la riaccensione del forno al cementificio di Sarche, prevista oggi o domani
PROTESTA La battaglia contro l'impianto di gassificazione dei rifiuti
L'IMPIANTO Medici per l’ambiente segnala rischi per la salute
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IL PROGETTO Ischia Podetti scoppia: inceneritore a Trento, Lizzana o Acquaviva?
TRENTO. Oggi, 4 aprile, è rimbalzata in consiglio provinciale la questione del progettato impianto di gassificazione dei rifiuti con il sistema di pirolisi.
La terza commissione guidata da Ivano Job (Lega) ha ascoltato il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer, che ha criticato le modalità di raccolta delle firme a sostegno della petizione popolare, che denuncia la pericolosità dell'impianto sperimentale.
Il consiglio comunale si è già espresso a favore, mentre lo stesso Job ha spiegato la sua contrarietà richiamando alla prudenza.
Oggi, peraltro, la commissione ha approvato la relazione conclusiva sull’altra petizione presentata contro la riaccensione del forno del cementificio di Sarche: la commissione effettuerà a fine maggio un sopralluogo al cementificio quando sarà entrato pienamente in funzione.
Oss Emer ha ricordato che l’amministrazione comunale ha già condiviso il progetto. Ha aggiunto che in termini di consensi per lui sarebbe stato più comodo dire di no all’impianto, anche se la decisione appartiene alla Provincia.
Il sindaco ha sottolineato soprattutto i pareri favorevoli espressi sulla base di valutazioni rigorose dai servizi competenti della Provincia, i cui tecnici sono consapevoli della grave responsabilità che si sono assunti nel giudicare non pericoloso l’impianto.
L’amministrazione comunale si è sentita tranquillizzata circa la sicurezza del progetto di impianto sperimentale anche in virtù del controllo giornaliero garantito dall’Appa, dall’Apss e dall’Università di Trento.
Il consiglio comunale ha quindi espresso a maggioranza il proprio parere favorevole all’impianto, salvo che nel caso dell’esponente dei Verdi e di altri di minoranza. Per Oss Emer è un bene per il Comune che quest’impianto sperimentale di sostituisca l’attuale sito da chiudere. Quanto alla petizione popolare, secondo il Sindaco le modalità di raccolta delle firme di sostegno tra cittadini sono state “disdicevoli”.
Oss Emer ha ricordato che come l’Appa abbia evidenziato che i rischi sono minimi. E ha aggiunto di abitare con la sua famiglia a 350 metri dall’impianto progettato e che la scuola dell’infanzia all’asilo nido vicini al termoossidatore sono frequentati dai figli di un ingegnere dell’Appa. “Se non credo ad Appa non possono nemmeno credere ai camion con le bare che uscivano da Bergamo”, ha concluso.
La consigliera dei verdi Lucia Coppola ha ricordato la contrarietà all’impianto espressa dai Medici per l’ambiente e ha ribadito le criticità derivanti dalla vicinanza dell’impianto a siti sensibili come la scuola dell’infanzia, dalla tipologia dei rifiuti bruciati tra cui anche resti di concerie e metalli pesanti, dall’inquinamento che potrà emergere nel tempo anche in considerazione dell’aumento del traffico. Proprio perché una sperimentazione come questa potrebbe avere esiti diversi, andrebbe a suo avviso effettuata in luoghi non rischiosi. I Medici per l’ambiente hanno sottolineato il problema dell’inquinamento da poveri sottili, che può provocare molti morti dovuti all’aria che si respira.
Coppola si è infine detta dispiaciuta della delegittimazione emersa dalle parole del sindaco riguardo alla raccolta delle firme dei cittadini che hanno sottoscritto la petizione, perché per la consigliera in realtà le persone che firmano sono informate e non si dovrebbero giudicare in modo così sommario.
Ha perciò concluso condividendo il voto contrario all’impianto espresso dal rappresentante dei Verdi.
Il sindaco ha reagito ribadendo il suo giudizio sulla raccolta delle firme, “perché a volte le modalità non sono irreprensibili”.
Quanto ai rifiuti ha precisato che quelli che saranno conferiti in questo impianto “sono tutti non pericolosi”. Circa la vicinanza a luoghi sensibili, ha ripetuto di fidarsi dei tecnici di Appa che su argomenti come questo “non devono rispondere alla politica ma alla loro coscienza e hanno operato con grande professionalità”.
A Job che ha chiesto se il Comune abbia organizzato incontri pubblici con la cittadinanza prima di prendere la decisione in consiglio, Oss Emer ha risposto di no perché quest’ultimo è stato eletto apposta dai cittadini per assumersi la responsabilità di scelte come questa.
Sempre rivolgendosi a Job, dubbioso sulla localizzazione dell’impianto, il sindaco ha citato la dottoressa Lo Cicero dell’Appa, la quale ha garantito che la quantità quotidiana di rifiuti conferiti sarà minima. Si escluderà così un gran viavai di automezzi per il trasporto. Inoltre i rifiuti finiranno in un locale chiuso che impedirà contaminazioni verso l’esterno.
Il dottor Gabriele Rampanelli del settore autorizzazioni e controlli dell’Appa, ha sottolineato che la quantità di rifiuti che verranno portati in questo impianto è modestissima e la procedura di localizzazione ha tenuto conto di tutti i pareri tecnici per assicurare la sicurezza dell’area individuata per la gestione dei rifiuti.
Il sindaco ha poi risposto a Job circa il soggetto che dovrà eventualmente bloccare l’operatività dell’impianto, ricordando che se Appa segnalerà che vi sono emissioni che non rispettano i parametri stabiliti, il consiglio comunale adotterà le decisioni del caso.
Rampanelli ha aggiunto che un impianto che ha vari tipi di attività ambientali per la gestione dei rifiuti potrebbe compiere una vasta gamma di illeciti. A seconda di quel che può accadere, la competenza sugli interventi sarà del Comune o dell’Appa, ma sempre coordinata.
Coppola ha ricordato al sindaco che esiste anche una democrazia partecipativa che si avvale anche dei pareri dei cittadini, come già accade in molte città d’Italia e d’Europa su temi importanti come la salute pubblica. Si tratta per i Comuni di raccogliere i pareri informati dei cittadini anche per mettersi al riparo dal rischio di calare le decisioni dall’alto.
Ossanna ha preannunciato che sulla relazione finale in merito a questa petizione esprimerà un voto di astensione, anche tenuto conto della crisi energetica in atto.
Job ha confessato che se un impianto del genere fosse stata proposto nel suo comune avrebbe cercato di evitare di accogliere la struttura. Considerato infatti il momento storico che stiamo vivendo e viste le precedenti esperienze realizzate in Italia, questo è uno dei casi in cui sarebbe a suo avviso opportuno adottare una certa prudenza e incontrare i cittadini.
Coppola ha elencato i rifiuti rischiosi, tra cui anche metalli pesanti, che saranno conferiti in quest’impianto sperimentale, la cui tipologia non lascia tranquilli, come preoccupa anche la vicinanza con siti molto sensibili quali l’asilo nido e la scuola materna. Il rilascio dei fumi da un semplice camino è un ulteriore elemento di timore. E ha concluso sostenendo come Job circa l’opportunità di adottare in questo caso il principio di precauzione, per il possibile accumulo nei polmoni di sostanze pericolose come i metalli pesanti. E anche perché non si vede quali vantaggi ne trarrà la comunità di Pergine.
Katia Rossato (FdI), critica con la localizzazione del termossidatore, ha ricordato che a Mori in località Casotte dove doveva trovare posto un gassificatore, l’incontro con la popolazione ha indotto a cambiare il sito. Forse poteva essere utile anche per il Comune di Pergine incontrare i cittadini, mentre questo confronto con gli abitanti è mancato. Chi vive nelle vicinanze dell’impianto, la casa potrà anche subire una riduzione del valore di mercato. Secondo Rossato non si capisce infine perché non si sia scelto di collocare l’impianto nella zona industirale di Pergine, a Cirè. E nemmeno che benefici ne trarrà Pergine.
Cavada, pur condividendo l’importanza dell’aspetto ambientale, ha ricordato che l’impianto è sperimentale e che i rifiuti previsti non sono pericolosi. A suo avviso poi non si può continuare a portare i rifiuti del Trentino, tanto più se non nocivi, in altre regioni. Occorre gestire i rifiuti prodotti nella nostra provincia, sia pure con monitoraggi e controlli maggiori. Per Cavada occorre aver fiducia negli organi di controllo e monitoraggio.
Alessio Manica (Pd) ha evidenziato come su questo tema vi siano oggettivamente delle difficoltà a pronunciarsi. A suo parere non si possono non nutrire dei dubbi su questo impianto che ha suscitato preoccupazione nella comunità locale. Quanto al paragone con Mori, per Manica sarebbe utile capire se regge. Il ragionamento poi dev’essere svolto su scala provinciale e non locale, in vista del Piano di aggiornamento della gestione di rifiuti. Per Manica serverà su questo tema un passaggio in Commissione, “perché la scelta su questo punto sarà epocale”.
L’assessore Tonina ha sottolineato che la decisione che sarà adottata a livello provinciale non potrà prescindere dal parere dei tecnici.
Rampanelli ha ricordato che a Mori l’impianto doveva trattare rifiuti pericolosi, anche ospedalieri, per decine e decine di tonnellate all’anno. La differenza con il caso di Pergine è quindi enorme. E anche le dimensioni dei due impianti sono diverse: a Mori si trattava di un capannone che occupava una superficie di ettaro e articolato su vari piani, mentre il termossidatore di Pergine potrebbe essere contenuto in due container.
Job ha commentato che anche per questo si sarebbe potuta individuare un’altra collocazione.
Per quanto riguarda la riaccensione del forno del cementificio di Sarche, Job ha preannunciato al riguardo un sopralluogo della commissione sul posto, già concordato con l’azienda per fine maggio, quando l’impianto sarà a regime. E ha chiesto se sarà possibile che il cementificio utilizzi fanghi provenienti dal Trentino e non da fuori per evitare la circolazione di troppi mezzi in entrata e uscita dal territorio provinciale.
Rampanelli dopo aver ricordato che il forno dovrebbe essere acceso (tecnicamente si parla di “messa in esercizio”) oggi o domani, ha spiegato che i fanghi utilizzati sono quelli prodotti in Trentino dall’agenzia Adep, con cui l’azienda ha in corso una trattativa.