Omicidio di Cortesano: Lorenzo Cattoni «ossessionato dai suoi demoni», dice la perizia della difesa
Il dottor Bincoletto incaricato dell’esame, ha incontrato più volte l’omicida in carcere: incapace di intendere e di volere? «Non corrisponde "da manuale" ad alcuna delle patologie psichiche comuni e riconosciute e di per sé meritevoli di attenzione»
LA CONFESSIONE Cattoni: "Non so perché l'ho uccisa"
IL CASO Attirata in campagna con la promessa di un assegno per il figlio
LA FAMIGLIA I quattro figli di Deborah restano uniti: lo ha stabilito il Tribunale
VAL DI FIEMME Spara alla moglie e poi si suicida: la tragedia a Castello Molina
CIFRE In Trentino sono raddoppiate le denunce di violenze
TRENTO. «Lorenzo Cattoni non ha agito, ma è stato agito dai suoi demoni interiori, e dalla estrema sua conflittualità interna, mai riconosciuta, mai analizzata, mai affrontata, mai veramente curata». Lo scrive lo psichiatra Ezio Bincoletto autore della relazione psichiatrica forense eseguita sull'uomo, agricoltore 40enne, che il 22 febbraio dell'anno scorso nei pressi di Cortesano uccise a colpi di accetta e di coltello la moglie Deborah Saltori.
Cattoni poi tentò di suicidarsi, ma venne soccorso in tempo e ora è detenuto in carcere a Trento con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
Il processo a suo carico si concluderà il 19 maggio, giorno in cui è attesa la sentenza della Corte d'assise di Trento.
Come è potuto accadere l'ennesimo femminicidio? Come può un uomo senza patologie psichiatriche conclamate colpire a morte la moglie senza un movente? Cosa si nasconde nel buco nero dell'omicidio, con Cattoni che ricorda - dopo aver consumato un caffè, fumato una sigaretta e scambiato quattro chiacchiere con la moglie - di avere impugnato l'accetta, ma poi più nulla?
Domande difficili a cui ha cercato di dare risposta lo psichiatra Bincoletto incaricato dalla difesa, sostenuta dagli avvocati Luca Pontanti e Alessandro Meregalli, di sondare la psiche dell'imputato. La relazione non è stata utilizzata per chiedere alla Corte una perizia psichiatrica per dimostrare che Cattoni fosse anche solo parzialmente incapace di intendere e di volere. L'elaborato è stato depositato dalla difesa agli atti del processo per cercare di capire con gli strumenti della psichiatria cosa abbia innescato l'esplosione di violenza che portò Cattoni ad uccidere la moglie.
Nei colloqui in carcere con Bincoletto, Cattoni ha parlato anche dell'omicidio: «Lei viene su, dice che soffre, che è senza soldi. Preparo l'assegno. Mi parte il cervello... Avevamo un progetto, tutte cose belle».
Anche nel secondo incontro si tocca l'omicidio. Cattoni sussurra: «Se ci penso mi manca il fiato». Si emoziona visibilmente - riferisce lo psichiatra - Risponde di non sapere perché abbia preso quello strumento. Alla fine lo "scoppio": «In quel momento non so cosa è successo. Ora mi sveglio e me la trovo morta davanti. Una settimana fa l'ho sognata viva: ci guardavamo nel letto di traverso, con dolcezza. Un bel sogno dopo 20 giorni che la sognavo con la faccia sanguinante».
Per redigere la relazione psichiatrica forense sono state raccolte anche le valutazioni espresse dalle psicologhe che in passato avevano seguito Cattoni. Nel 2021 l'odierno imputato aveva chiamato la professionista «chiedendo colloquio per la gestione della rabbia a seguito di difficoltà con la moglie. Era agli arresti domiciliari. Ha fatto il primo colloquio e, dopo 5 giorni, è avvenuto l'omicidio». Il progetto prevedeva 8 incontri: «In quel primo colloquio lui citava i fatti di maltrattamento: "Ho sbagliato" diceva. Pensava addirittura di vendere tutto e di andare in Sud America».
Infine ecco, in estrema sintesi, alcune valutazioni espresse da Bincoletto: «Alle visite psichiatriche, ai colloqui anamnestici ai colloqui con i sanitari Lorenzo Cattoni è parso persona per certi aspetti comune, ma dotata di limitate capacità di valutare le proprie emozioni: tale aspetto cronologico non costituisce di per sé forma psicopatologica in quanto non corrisponde "da manuale" ad alcuna delle patologie psichiche comuni e riconosciute e di per sé meritevoli di attenzione in relazione alle capacità di intendere e di volere».
Tuttavia Bincoletto precisa che «l'assetto interno alla persona, in qualche modo non equilibrato, possa avere contributo in maniera determinante all'atto di violenta aggressività che egli ha improvvisamente effettuato e che ha portato alla morte di sua moglie».
Conclusioni: «Cattoni appare persona incompleta, con tratti psicopatologici anche se non evidenzia una patologia conclamata. Tali tratti lo caratterizzano come incapace di sentire, ammettere le proprie emozioni e in tal senso quasi di averne diritto».