Regione, malumori per la promozione di un dipendente di ben due posizioni economiche
“Nulla di personale nei confronti del/della dipendente destinatario/a del provvedimento ma, ancora una volta, siamo costretti a lamentare la scarsa trasparenza” scrivono in una nota Giuseppe Vetrone e Bartolomeo Tricarico di Flp
TRENTO. La promozione a direttore amministrativo di un dipendente della Regione in servizio presso la Corte d'appello di Trento ha fatto insorgere i sindacati Fp Cgil e Flp. Il provvedimento, con decreto a firma del segretario generale della Regione Trentino Alto Adige, è del mese scorso e ha creato malumori a Palazzo di giustizia a Trento. Il dipendente avrebbe fatto un "salto" di due posizioni economiche, dalla C4 alla C2.
«Nulla di personale nei confronti del/della dipendente destinatario/a del provvedimento ma, ancora una volta, siamo costretti a lamentare la scarsa trasparenza - scrivono in una nota Giuseppe Vetrone e Bartolomeo Tricarico di Flp - Soprattutto quando, come nel caso di cui trattiamo, a queste figure professionali corrispondono attività particolarmente delicate come quelle legate alla delega di vicariato del/della dirigente di riferimento dell'ufficio».
Flp chiede, come fa da tempo, maggiore trasparenza nel rendere pubbliche tutte le informazioni in merito alla copertura di particolari profili professionali e per l'assegnazione di incarichi "particolari". Si chiede di utilizzare la procedura dell'interpello «che consente a tutti gli aventi titolo di concorrere liberamente».
Interviene in merito anche Fp Cgil del Trentino, chiedendo alla Regione «quali siano le effettive esigenze di servizio che hanno determinato l'affidamento di mansioni inerenti a diverso profilo professionale all'interno della struttura giudiziara» e «se fossero già presenti o meno profili professionali quali quello attribuito, anche in relazione ai fabbisogni e alle dotazioni organiche vigenti».
Riguardo al nuovo inquadramento del dipendente il segretario della Funzione pubblica della Cgil Luigi Diaspro chiede se «si sia adeguatamente valutata (e quindi esclusa) l'informazione alle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori sul punto».