Campobase non piace al Patt: «Valduga? Vuole rifare il centrosinistra, ha già perso nel 2018»
Il segretario autonomista Marchiori stronca le idee del sindaco di Rovereto: «Noi guardiamo a tutti, da Mattia Gottardi alla Conzatti, a Oliver delle Acli»
IPSE DIXIT Valduga suona la sveglia dell'alternativa alla Lega
TRENTO. «Quello che propone Valduga è il centrosinistra, che è naufragato nel 2018 anche per la posizione dei civici come lui». Simone Marchiori, segretario provinciale del Patt, è perplesso per le parole del sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, tra i fondatori di Campobase, riguardo alla nuova coalizione da costruire in vista delle elezioni provinciali del 2023.
Valduga ha mosso le acque, con la sua intervista, in quella che ha definito la "morta gora" della rassegnazione di chi a un anno e mezzo dalle elezioni provinciali pensa che ormai non ci sia modo di costruire un'alternativa competitiva all'attuale maggioranza guidata dal leghista Maurizio Fugatti. E nel delineare quello che secondo lui dovrebbe essere il progetto politico per ridare «fiducia e speranza» ai trentini, che non si riconoscono nel governo della Lega, ha sottolineato l'esigenza di tendere all'obiettivo di un grande partito territoriale partendo dalla costruzione di una coalizione che veda fin da subito coinvolte tutte le forze che condividono il progetto e non per approssimazioni successive, o cerchi concentrici, partendo da un asse privilegiato Campobase-Patt, per poi allargarsi al Pd e ad altri, come delineato invece nel congresso autonomista.
Segretario Marchiori, lei al congresso del Patt del 3 aprile scorso ha rivolto un appello «a civici, territoriali, popolari e autonomisti» a ritrovarsi intorno a un tavolo entro il 31 maggio per «costruire qualcosa di innovativo» e aprire poi il confronto con i partiti nazionali in un secondo tempo. Il sindaco Valduga propone invece di partire fin da subito tutti insieme per costruire una nuova coalizione territoriale. Cosa ne pensa?
Intanto vorrei capire se questa è la posizione di Valduga o di Campobase. Dopo il nostro congresso avevamo avuto riscontri molto positivi da parte di esponenti di Campobase e di altre forze di centro con l'impegno a trovarci nei tempi che avevo proposto. Quindi mi chiedo perché Valduga indichi ora un percorso diverso, che non mi risulta essere quello di Campobase. Comunque saranno loro a fare chiarezza al loro interno. Io ho posto il termine della fine di maggio per iniziare un percorso comune proprio perché vengano appianate prima eventuali divergenze.
Perché non potreste prendere in considerazione un percorso che preveda di coinvolgere fin da subito tutti i potenziali partner di coalizione, compreso il Pd, disponibili a ragionare su un futuro partito territoriale?
Perché questa non è la nostra impostazione. Questo è il centrosinista. Se Valduga ha in mente di riproporre il centrosinistra che per altro nel 2018 è naufragato anche per l'esposizione dei civici, che c'erano e non c'erano e alla fine sappiamo come è andata, è ovvio che non è la nostra proposta. Noi non abbiamo chiuso al confronto con i partiti nazionali, e credo che l'abbiano capito tutti, ma abbiamo indicato una strada diversa.
Quali sono le forze politiche e i movimenti che vi aspettate che possano sedersi al vostro tavolo entro maggio?
Penso potenzialmente tutti i civici, anche Mattia Gottardi che era in platea al nostro congresso, se vuole, e altri movimenti popolari e autonomisti che hanno voglia di costruire qualcosa di diverso e ambizioso. Ma penso anche alle Acli di Oliver, alla senatrice Donatella Conzatti e altri interlocutori che oggi non si riconoscono in nessun partito. Serve costruire prima un nucleo territoriale forte per poi pensare ad allargarsi ai partiti nazionali. Se vogliamo invece bruciare le tappe si rischia di riproporre a fotocopia una stagione chiusa e fare saltare tutto.