Caro energia e scuole in bolletta: le gite scolastiche diventano di un solo giorno
La variabile covid e le difficoltà di budget costringono gli istituti a organizzare viaggi in formato ridotto
TRENTO. Il caro energia si fa sentire anche nelle scuole. In particolare negli istituti secondari di secondo livello, le superiori, che contrariamente a elementari e medie, dove ci pensa mamma Provincia, le bollette di luce e gas se le devono pagare con i loro soldi.
Soldi che tra l'altro sono meno degli altri anni a causa di un budget più ristretto stanziato quest'anno.
Tra le voci che stanno subendo tagli c'è anche quella dei viaggi di istruzione, concessi con parsimonia anche in questi ultimi mesi in cui il Covid ha dato un po' di tregua e liberalizzato gli spostamenti.
Le gite scolastiche sono regolate da una delibera del settembre scorso, quando la scuola era agli inizi e viveva un altro anno di incertezza legata alla pandemia, in bilico tra l'auspicata presenza e la famigerata didattica a distanza; all'epoca si era stabilito che viaggi e visite erano possibili solo tra zone bianche.
Ora questa regola è diventata anacronistica ma viene di fatto rispettata una certa parsimonia nell'organizzazione da parte degli istituti.
Per due ordini di ragioni: una organizzativa e una economica.
«In passato - fa presente Paolo Pendenza, coordinatore dei dirigenti scolastici trentini - si iniziava a programmare i viaggi di istruzione già in ottobre e novembre ma quest'anno non si sapeva come sarebbero andate le cose e se sarebbe stato possibile farli. L'organizzazione di qualche uscita è slittata perciò verso febbraio e trattandosi di operazioni piuttosto complesse i tempi ristretti e le incertezze hanno reso impossibile pensare a trasferte come quelle degli anni passati. Inoltre gli strascici della pandemia pongono problemi ulteriori. Pensiamo all'ipotesi di un viaggio fuori provincia: se uno studente si ammala o viene trovato positivo al coronavirus bisognerebbe lasciarlo in quarantena dov'è e questo comporterebbe problemi notevoli e quantomeno la necessità di stipulare una specifica assicurazione».
Una ragione da sola sufficiente a scoraggiare anche le scuole più intraprendenti; per questo i casi di viaggi più lunghi di una giornata sono rarissimi. Ai problemi logistici e organizzativi si aggiungono poi come detto quelli economici.
Per le scuole, che con budget ridotti tendono a tirare la cinghia sulle spese degli insegnanti accompagnatori e non possono permettersi, come avveniva in molti casi nel passato, di dare un aiutino alle famiglie che non possono normalmente permettersi di mandare i ragazzi in gita.
«Inoltre non dobbiamo dimenticarci - aggiunge Pendenza - del momento difficile che stiamo vivendo in generale. Molte famiglie sono in sofferenza e organizzare viaggi costosi e di lunga durata diventerebbe un problema anche per molte di loro».Insomma, la maledetta pandemia ha colpito duro anche in classe penalizzando gli studenti in quelle occasioni di crescita e socializzazione che sono da sempre le gite scolastiche. Esperienze che mancheranno in un percorso di crescita per molti aspetti minato dal virus.