Il caso del ragazzo di 13 anni in cerca di hashish fermato a Trento non è isolato, l’allarme della direttrice del Serd
Anna Franceschini segnala anche un altro fenomeno: “I giovanissimi consumano sempre più psicofarmaci. I ragazzi se li passano senza dover rivolgersi agli spacciatori»
DROGA Il "cliente" aveva 13 anni
TRENTO. Ha solo 13 anni il ragazzino che i carabinieri della sezione operativa di Trento hanno fermato assieme ad uno spacciatore, mercoledì al parco della Predara. Mentre il pusher, un 36enne senegalese con precedenti specifici, è stato portato in carcere a Spini, l'adolescente è stato affidato ai genitori.
Avvisati dai cittadini, i carabinieri in borghese hanno tenuto sotto osservazione a distanza lo straniero e sono intervenuti nel momento in cui c'è stato lo scambio con il giovanissimo cliente. Dopo l'acquisto dell'hashish (sono state sequestrate tre dosi del peso complessivo di 13 grammi), il tredicenne ne aveva ceduto una parte ad un amico maggiorenne che l'aveva raggiunto al parco: entrambi sono stati segnalati al Commissariato del Governo quali assuntori di sostanze stupefacenti.
Alcune settimane fa erano state fermate al parco della Predara tre amiche fra i 15 ed i 17 anni che stavano cercando di acquistare del "fumo". L'età dei consumatori di stupefacenti pare essersi abbassata. Ma un aspetto è la trasgressione, l'andare oltre le regole ed i limiti, un altro è la dipendenza.
«La sperimentazione in una fase della vita è fisiologica. Tuttavia in situazioni di rischio individuale o ambientale può esserci un'evoluzione più pericolosa: il nostro ruolo è di aiutare i genitori a comprendere cosa sta succedendo ai figli» evidenzia la dottoressa Anna Franceschini, psichiatra, direttrice del Serd, il Servizio dipendenze e alcologia dell'Azienda sanitaria.
«Nella fascia d'età 15-19 anni, la maggioranza dei ragazzi, i due terzi, non tocca alcun tipo di sostanza illegale, tipo cannabis. C'è un terzo che sperimenta almeno una volta nel corso della vita. Se si parla di cannabis ne fa uso una percentuale minoritaria, ma se si considera l'alcol, che è una sostanza legale, si ha una percentuale maggiore - aggiunge la psichiatra – L'altra sostanza legale che è diffusa tra i giovanissimi e che ci preoccupa è lo psicofarmaco, il cui uso è aumentato dopo la pandemia. Si tratta di farmaci non prescritti, che vengono usati in casa o che i ragazzi si passano senza dover rivolgersi agli spacciatori».
La dipendenza può essere di vario tipo: legata a sostanze lecite come alcol e farmaci, a sostanze illecite come gli stupefacenti o all'uso di internet. Non sono pochi i genitori che si preoccupano dei comportamenti dei figli minorenni e che si rivolgono al Serd per un consulto, sia attraverso il medico di base, sia contattando direttamente il servizio.
«Abbiamo casi di ragazzini tra gli 11 ed i 13 anni, una minoranza, che si avvicinano alla nicotina e all'alcol, spesso anche alla cannabis o agli psicofarmaci, assumendo le sostanze insieme. Si tratta di ragazzini che vivono in una situazione di disagio psichico, emotivo o familiare e che si avvicinano a questi comportamenti a rischio in modo acritico - prosegue la direttrice del Serd - Non lo fanno solo per sballarsi e divertirsi, ma anche per non confrontarsi con il proprio disagio. Si tratta di ragazzi o ragazze che soffrono di depressione o di ansia e che cercano di superare il problema con le sostanze. Anziché affrontare i giovani in modo critico ed accusatorio, il mondo adulto dovrebbe ascoltarli e capire se l'uso di sostanze sia una forma di sperimentazioni o una risposta a problemi esistenziali».