Circonvallazione ferroviaria, i privati della Sloi chiedono di bloccare i lavori: "Abbiamo un progetto"
La società Tim di Albertini invia le sue osservazioni al Ministero: spunta un inedito progetto di costruzione e di un parco fotovoltaico sull’ex Carbochimica
TRENTO. È atteso in questi giorni il parere della Commissione nazionale incaricata della valutazione di impatto ambientale del progetto di circonvallazione ferroviaria di Trento. Parere molto atteso per capire se e come potranno essere superate le criticità emerse su progetto di fattibilità tecnica ed economica presentato da Rfi e su cui esiste un finanziamento di 930 milioni proveniente dai fondi del Pnrr.
Tra i molti problemi da risolvere e impatti da attenuare il principale è quello relativo al passaggio dei binari attraverso i terreni inquinati di Trento Nord e all'utilizzo che Rfi pensa di fare dei terreni ex Sloi ed ex Carbochimica.
Il Comune nelle scorse settimane ha inviato in Provincia una relazione sull'attuale situazione urbanistica, ipotizzando una modifica del Piano regolatore cittadino e del Piano urbanistico provinciale finalizzata ad un utilizzo di quelle aree con funzioni pubbliche.
Nulla ancora di ufficiale ma un'ipotesi, annunciata dopo un incontro coi vertici di Rfi, per sbloccare una situazione che da decenni appare ingessata e per coniugare l'intervento di potenziamento della ferrovia con la futura bonifica.
I proprietari dei terreni però non ci stanno. Non tutti almeno. Sicuramente non Michele Albertini, amministratore della Tim srl, società proprietaria di sostanziose quote sia dell'ex Sloi che dell'ex Carbochimica. La Tim ha infatti presentato una sua osservazione al Ministero della transizione ecologica rispetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale in cui lamenta i danni che potrebbero derivare alla società e al Consorzio di sviluppo e bonifica di Trento Nord, che riunisce anche gli altri proprietari, dall'occupazione dei terreni prevista con l'aggiunta di nuovi binari ma anche dall'uso temporaneo che Rfi intende fare di tutte le aree di Trento Nord, dove si prevede di depositare il materiale di scavo per il vaglio e il successivo trasporto e smaltimento.
La novità è che nell'osservazione Tim srl lamenta il fatto che questo deposito temporaneo potrebbe «provocare forti ritardi sullo sviluppo del nostro progetto urbanistico».
Dunque su Trento Nord i proprietari hanno un progetto, e nell'osservazione ne indicano le coordinate in un sito internet dedicato. A quel sito (www.trentonord.it) compare un disegno, una sorta di masterplan firmato dall'architetta Giovanna Albretti.
Dal disegno, non accompagnato da spiegazioni o relazioni, si intuisce l'esistenza di un collegamento sopra i binari tra Sloi e Carbochimica, con volumi, spazi verdi e quello che sembra un grande impianto fotovoltaico dalla parte della Carbochimica.
Qualche indicazione arriva dal testo dell'osservazione inviata da Tim al ministero. «Il progetto - scrive Albertini - è molto innovativo, versatile, a basso impatto in termini di uso del territorio, con ampi spazi per il verde produttivo e a limitato consumo energetico grazie al ricorso a fonti alternative integrate».
E ancora: «Sono previsti i volumi e i collegamenti inerenti alle future infrastrutture previste per la mobilità della città: fermata di quartiere, metropolitana Nordus, ciclovie e parcheggi di attestamento».
In realtà queste ipotesi progettuali non sono state ufficialmente presentate in Comune. «Lo spunto è arrivato dal progetto delle ferrovie» ammette Albertini. Che non a caso nell'osservazione chiede si trovino soluzioni alternative all'occupazione di Trento Nord fino al 2026 per il deposito del materiale di scavo; in alternativa propone di andare a patti e con un Accordo di programma concordare le attività preliminari di messa in sicurezza in modo che siano funzionale alla realizzazione del progetto di Tim.
Insomma i privati, che finora avevano adottato una politica attendista, sono in qualche modo costretti a muoversi di fronte alla prospettiva di un esproprio. Un po' di chiarezza è ora attesa dalla Commissione di valutazione dell'impatto ambientale e forse anche dalla magistratura. Non va dimenticato infatti che su Trento Nord, oltre alle tante perplessità degli ambientalisti e della stessa Agenzia provinciale per la protezione ambientale, c'è anche un'inchiesta conoscitiva della procura, sollecitata da un esposto dei NoTav.