Al concerto di Vasco 120 mila ammassati, ma in sala parto i papà non possono entrare: la lettera di una neomamma
L’amaro sfogo: «i bambini e le bambine che nascono hanno meno importanza di un cantante?», oppure per il «Blasco» tutto è permesso, mentre per i genitori no?
ROVERETO. «Voglio trovare un senso a questa situazione. Anche se questa situazione un senso non ce l'ha». Inizia così, sulle note di una celebre canzone di Vasco Rossi, la lettera di una neo mamma roveretana che si sta preparando a conoscere il suo primogenito. Si può dire che il suo sfogo, che rappresenta sicuramente il pensiero di molte altre coppie in questo momento, in qualche modo sia stato proprio ispirato dalle melodie del Blasco che ancora riecheggiano nella valle dell'Adige dopo il tanto atteso concerto evento, la data zero che ha tenuto tutto il Trentino con il fiato sospeso venerdì scorso.
«120 mila persone sotto un palco a supportare il grande Vasco Rossi senza mascherine e nessuna precauzione.
Una mamma invece che partorisce non può ricevere nessuna visita e il papà può restare in stanza con lei e il loro bimbo o bimba solo due ore? La coerenza dov'è?»
Eccola la sua considerazione. Non è una polemica nei confronti di ciò a cui abbiamo assistito soltanto pochi giorni fa, ma un invito a riflettere. Una questione di buonsenso. Abbiamo assistito, chi di persona e chi da lontano, ad un concerto che è sembrato il simbolo della "liberazione" dalla pandemia ma che, proprio per il numero di partecipanti al limite delle capacità per il nostro territorio, ha sfidato le regole.
Mentre in altre situazioni, nelle quali i rischi sono ben più calcolati, restano imprigionati all'interno di regole che sembrano essere superate. Ed è il caso della nascita di un bambino in ospedale, al quale il padre può assistere con i minuti contati nei giorni in cui il nascituro e la mamma vengono accuditi in ospedale.
«Ormai grazie ai vaccini e al calo dei contagi siamo ritornati ad una vita praticamente normale e a poter fare tutto, con le dovute accortezze - riflette questa mamma -. Allora perché non poter far consentire che il papà resti in stanza con la propria compagna e il proprio figlio o la propria figlia tutto il tempo che desidera?» In fondo le routine per cercare di limitare i contagi le abbiamo imparate: c'è la possibilità di effettuare i tamponi, ad esempio. Indossare le mascherine è un'altra accortezza che limita i rischi.
Perché allora continuare a tenere lontani i papà dai loro affetti e viceversa? La situazione della pandemia da Covid-19 è cambiata anche per gli ospedali, che restano ambienti più a rischio di altri ma che hanno iniziato a convivere con la situazione. Può avere un senso rinunciare alle visite, più difficili da gestire, ma forse non lo ha più tenere lontani così a lungo i papà.
«Quindi tutti i bambini e le bambine che nascono hanno meno importanza di un cantante? - conclude la mamma - Come direbbe Vasco... "Senza parole"».
Chissà se questa mamma avrà una risposta. E se ce l'avrà in tempo per potersi godere gioie e fatiche della nascita assieme al papà del bimbo che sta arrivando. Magari con la colonna sonora di Vasco, che alla Trentino music Arena ha suonato note di libertà.