Attenzione alle zecche, nei boschi stanno aumentando e la prevenzione è fondamentale
Dopo il report della fondazione Mach sull'aumento dei parassiti già lo scorso mese di maggio, arrivano le prime testimonianze sulla diffusione in varie aree: per una delle gravi patologie potenzialmente veicolate (la Tbe), è disponibile il vaccino, mentre per l'altra (la malattia di Lyme) è necessario ricorrere in tempi rapidi alle cure antibiotiche
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TRENTO. La stagione, purtroppo, non promette bene in fatto di rischio zecche.
In diversi comuni anche in Trentino sono comparsi nelle settimane scorse degli avvisi lungo i sentieri, che mettono in guardia i cittadini contro il pericolo di essere morsi.
Un morso che, nel caso di parassita infetto, può dare conseguenze anche serie: nell'immediato un'infezione di Tbe, l’encefalite da zecca, con sintomi forti similinfluenzali. Nel medio-lungo termini la subdola e gravissima malattia di Lyme, che si può prevenire, in caso di contagio, individuandone precocemente i sintomi e avviando subito una antibiotico terapia mirata.
L'importante è evitare contatti diretti con vegetazione che potrebbe essere infestata, specie nel periodo tardo-primaverile ed estivo. Indossando abbigliamento di colore chiaro sarà più facile notare l'eventuale presenza degli animali.
In ogni modo bisogna verificare attentamente dopo ogni uscita, anche su sentiero, di non essere stati morsi e nel malaugurato caso di individuazione di una o più zecche sulla pelle, i parassiti vanno rimossi al più presto. Per farlo va usato possibilmente lo strumento ad hoc (si trova facilmente in farmacia) che le aggancia e con una torsione in senso antiorario le estrae completamente evitando di romperle.
Attenzione anche agli animali domestici, specie cani e gatti, a loro volta esposti a rischi sanitari da morso di zecca.
Un allarme è arrivato nei giorni scorsi per quanto riguarda la zona della Lessinia, tra Veronese e Trentino.
Ne ha scritto, in un post sui social un operatore forestale di Veneto Agricoltura Roberto Nordera, che lavora nella Lessinia orientale, nel comprensorio del Carega e varie zone limitrofe. L'esperto ha spiegato di aver incrociato una coppia di giovani escursionisti, venerdì scorso, lungo il sentiero che da località Madonnina sale verso la vecchia malga Campostrin.
Entrambi indossavano pantaloni corti e il forestale li ha messi in guardia sul rischio zecche, per scoprire poco dopo che i due ne avevano già decine sulle gambe: è scattata così l'operazione di rimozione dei parassiti. La loro rpesenza, infatti, non viene avvertita dal malcapitato ospite, perché al momento della puntura iniettano una sostanza anestetica, poi iniziano la fase di inserimento progressivo del rostro per succhiare sangue.
Prima si rimuovono, dunque, minore è il rischio di contaminazione.
Sempre nel Veronese, sono state le stesse autorità sanitarie locali, nei giorni scorsi, a mettere in guardia i cittadini, spiegando che la "stagione" delle zecche è in anticipo di quasi due mesi rispetto ad altri anni.
Un inverno troppo mite è considerato fra le cause primare del diffondersi delle zecche anche a quote relativamente alte (ormai si arriva ai duemila metri) e in aree non particolarmente selvagge, cioè pure lungo i sentieri.
Fra le altre cause, secondo alcuni esperti, va inserita anche la presenza o meno delle volpi: laddove questo piccolo predatore è attivo, diminuirebbero le zecche perché vengono uccisi molti piccoli roditori che sono portatori dei batteri patogeni e fra i principali vettori del pericoloso parassita.
Secondo alcuni, anche l'aumento del numero di cinghiali favorirebbe la dispersione e il proliferare delle zecche.
In Trentino e altre aree montane, viene offerta alla popolazione la possibilità di vaccinarsi contro la Tbe. Per quanto riguarda invece la malattia di Lyme, un vaccino al momento non è più disponibile ma esistono vari progetti per svilupparlo. Nel frattempo, in caso di infezione o di dubbio, restano gli antibiotici, da somministrare tempestivamente.