Patt-Campobase: il centro è in fibrillazione sulle coalizioni per le prossime provinciali
Le stelle alpine "aprono" ai sostenitori della Lega, Kaswalder e Gottardi al tavolo di Marchiori. Rech (sindaco di Folgaria): "Siamo alternativi a Fugatti e su questo non si discute"
MOCHENI I sindaci hanno scelto: passano tutti nella Civica di Gottardi
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TRENTO. Cosa sta succedendo all'interno del Patt? Con chi ha deciso di schierarsi in vista delle amministrative del prossimo anno? Il quesito, dopo la «chiamata a raccolta di tutte le forze autonomiste, civiche, territoriali e popolari del Trentino» dell'altra sera, a cui hanno risposto la Civica di Mattia Gottardi e gli Autonomisti popolari di Walter Kaswalder, è più che legittimo.
Si tratta di forze, infatti, che si sono più volte distinte per l'appoggio all'attuale giunta targata Lega: solo pochi giorni fa, cinque sindaci della val dei Mocheni avevano espresso il loro sostegno compatto alla candidatura di Fugatti (anche in seguito alla promessa di 20 milioni di euro di investimenti in loco grazie al Pnrr).
Ma questo cosa ci azzecca con il percorso fatto finora, sia nel Congresso che nelle diverse tappe di avvicinamento, con Campobase? Insomma, la possibile coalizione tra Patt e Campobase, sta già mostrando segni di cedimento?
«Da tre anni ci impegniamo in un progetto nuovo - chiosa il segretario politico del Patt Simone Marchiori - diverso da quello che era e che è, in cui l'autonomia ne esca rafforzata». Chiamato a scegliere tra Lega e Campobase, l'esponente delle stelle alpine si smarca con eleganza: «Noi abbiamo aperto alle forze liberali e democratiche, ma non possiamo farci niente se all'appello non hanno risposto le forze che sono state invitate per prime. Per noi "nuovo" significa che ha radici, testa e piedi nella dinamica territoriale».
E a chi gli fa notare che un tavolo che contemplasse sia Campobase che la Civica potrebbe portare a una coabitazione alquanto difficile, Marchiori ribatte che «se tutti ragionano con il binocolo dell'ideologia, non se ne esce: è un modo di pensare morto e sepolto. Se invece ci si mette in gioco al di fuori della propria comfort zone, poi si vedrà politicamente cosa succede». Quanto al "corteggiamento" di Fugatti al Patt, Marchiori ribadisce: «Noi non siamo sul mercato e non siamo la stampella di nessuno, crediamo in un progetto nuovo ed escludiamo Fratelli d'Italia». E conclude: «Noi non chiudiamo la porta a nessuno, questo è un atto d'amore verso la nostra terra».
Della serie, la responsabilità è degli assenti. Quella di Campobase al tavolo dell'altra sera è stata però un'assenza ben ponderata. In un comunicato, si era sottolineato di «apprezzare le aperture arrivate dal Congresso del Patt a favore di un nuovo dialogo tra le formazioni politiche dell'area popolare, territoriale ed autonomista», ma questo nell'ottica di «dare voce e forza ad una alternativa politica rispetto alla Giunta attuale, al fine di aprire una nuova stagione dell'Autonomia».
Sul concetto di alternativa non transige Michael Rech, sindaco di Folgaria e coordinatore di Campobase. «Era un invito impossibile da accettare - rimarca - si trattava di un'iniziativa affrettata che va a intaccare mesi di rapporti, condivisioni e ragionamenti valoriali. Che segue l'infelice iniziativa dei sindaci mocheni schierati con la Lega a fronte degli investimenti sul territorio promessi con il denaro del Pnrr: se il consenso si basa sulla sistemazione dei marciapiedi, compito che comunque spettano al pubblico, anziché sui grandi temi strategici della sanità, della scuola, dello sviluppo, del rapporto tra città e valli, delle comunità di valle, allora sono preoccupato come amministratore, ma ancora di più come cittadino».
Rech si riserva di riprendere il dialogo con Marchiori in seguito a questa «iniziativa discutibile e frettolosa, da cui non uscirà niente». E conclude: «Se c'è qualcosa che non è assolutamente in discussione, è l'esigenza di creare una vera alternativa al governo attuale».
Per Campobase «quello che serve al Trentino è una grande alleanza di persone che compartecipino allo sviluppo socioeconomico. Il compito principale della politica non è fare una strada o un concerto, anche se ben riuscito, ma mettersi in rapporto coi cittadini; serve realismo, pragmatismo, capacità di analisi. É ora di togliere la "bondola" dagli occhi».