Covid / Giustizia

Corruzione sull’appalto per la fornitura di 5 milioni di mascherine: indagato un trentino

Corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, le accuse ipotizzate a vario titolo dalla Procura Reggiana che coordina l'inchiesta “The Mask”.

TRENTO. Sei persone sono indagate a piede libero per un maxi appalto per la fornitura di cinque milioni di mascherine per un totale di 5,6 milioni di euro, con un bando affidato in forma diretta dall'Ausl di Reggio Emilia a una ditta individuale di Trento. Corruzione, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, le accuse ipotizzate a vario titolo dalla Procura Reggiana che coordina l'inchiesta “The Mask”.

A finire nel registro degli indagati dei pm Iacopo Berardi e Marco Marano, sono Pietro Ragni (ex risk manager dell'Ausl locale, ora in pensione e vicepresidente dell'Ordine dei Medici reggiano), Giovanni Morini (ingegnere responsabile del servizio prevenzione e protezione della stessa Ausl), l'imprenditore trentino Paolo Paris, l'imprenditore Lorenzo Scarfone residente nel Reggiano e due imprenditori stranieri (un francese e uno spagnolo).

Le indagini sono scattate nel marzo 2020 da parte della Guardia di Finanza che un anno dopo avevano sequestrato 2,2 milioni di mascherine della stessa partita d'appalto; dispositivi di protezione di tipo Ffp2 e chirurgiche, risultate poi - tramite una perizia - non essere conformi per uso medico.

Sequestrata anche, su disposizione del gip, una bici elettrica che secondo gli inquirenti sarebbe stata regalata da Paris a Ragni come presunto oggetto di corruzione. Inoltre, attraverso l'analisi dei flussi finanziari e della documentazione contabile delle società coinvolte, sono emerse emissioni ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 600.000 euro, volte ad abbattere anche le imposte e ulteriori 320.973 di fatture false.

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