Nuovo ospedale, che pasticcio: bufera politica, Cia e Degasperi attaccano il silenzio della giunta
Il capogruppo di Fratelli d’Italia contro la «sua» maggioranza, parla di De Col ma non lo cita: «Sennò mi prendo querele». Ugo Rossi: «Ma il problema è delle regole nazionali, vanno cambiate»
TRENTO. Di fronte all'ennesimo stop della procedura d'appalto il Nuovo ospedale del Trentino assomiglia sempre più a un miraggio e il silenzio della giunta provinciale non aiuta a capire come se ne potrà uscire.
Una situazione imbarazzante dal punto di vista politico di fronte alla quale è un alleato di Fugatti, il capogruppo di Fratelli d'Italia Claudio Cia, ad assumere ancora una volta il ruolo di coscienza critica del centrodestra. Critico con i tecnici provinciali, che dopo dieci anni di bandi, progetti e ricorsi si ritrovano in mano un pugno di mosche, ma critico anche con la politica, incapace di visione.
«Quando penso al Not dice - mi viene da fare il paragone con il percorso che ha portato alla nascita dell'ospedale Santa Chiara: nel 1950 si è pensato di farlo, in dieci anni è stata posata la prima pietra e dopo altri dieci lo hanno inaugurato. Noi oggi in oltre vent'anni non abbiamo neanche la certezza del progetto. Questo iter disastroso avrà responsabilità politiche ma io dico che il problema maggiore è l'inadeguatezza della struttura tecnica provinciale che doveva conoscere le leggi sull'anticorruzione e gli appalti».
Non fa nomi Cia («non voglio prendermi querele») ma il riferimento è a Raffaele De Col, l'ingegnere che ha sempre diretto le operazioni riguardanti il nuovo ospedale. Ma il consigliere di Fratelli d'Italia non è tenero neanche con la politica e con chi guida l'amministrazione provinciale: «Bisognerebbe - dice - che qualcuno ci desse una visione della sanità trentina nei prossimi vent'anni.
Nessuno mi dice cosa vogliamo fare per le strutture periferiche, cosa vogliamo fare contro la carenza di medici, contro gli ospedali intasati e le liste d'attesa interminabili. Queste sono indicazioni che deve fare la politica, non abbiamo una visione di insieme della sanità trentina, o almeno io non riesco a vederla ma come me anche i cittadini. Che si lamentano. E non sono ipocondriaci ma hanno un reale bisogno. pagano le tasse ma spesso non trovano nel servizio pubblico risposte all'altezza, e così devono pagare due volte, rivolgendosi alla sanità privata».
Di politica latitante parla, questa volta dall'opposizione, Filippo Degasperi, di Onda: «Abbiamo chiesto delle discrepanze tra il progetto Guerrato e il bando e non è arrivata nessuna risposta. Nella seduta straordinaria idem. Abbiamo chiesto conto dei lavori della commissione che ha aggiudicato un progetto che poi abbiamo visto che non andava bene: nessuna risposta. Il dirigente generale di fronte alle obiezioni ha minacciato querele e nessuno è andato a chieder conto».
Degasperi non è tenero neanche nei confronti della struttura tecnico-amministrativa: «La dirigenza non ne ha imbroccata una, pagano i cittadini e nessuno è responsabile».
L'ex presidente della Provincia Ugo Rossi ha una posizione diversa sulla questione Not e appalti. Lui difende De Col e la dirigenza, forse perché in passato ci si è trovato in mezzo alla questione ed è perfino finito sotto accusa da parte della Corte dei Conti, sebbene poi uscendone assolto e pulito. Il problema secondo il consigliere di Azione è di sistema e riguarda ormai tutto il mondo degli appalti: «I ricorsi ormai bloccano l'affidamento dei lavori, è una costante. E finché non verranno cambiate le regole al livello nazionale anche le opere del Pnrr avranno grande difficoltà. Registro che questa giunta ha passato quattro anni cercando di affidare i lavori e non c'è riuscita. Le passate giunte sono state criticate per questo e quindi evidentemente qualche problema c'è. Detto questo nello specifico un progetto di ospedale fatto prima della pandemia va integrato e rivisto, anche tenendo conto della formazione e della Scuola di medicina».
Secondo Luca Zeni, ex assessore alla sanità, è da rivedere anche lo strumento, il project financing, che forse non è più così conveniente. «In ogni caso ripartire permetterà di tener conto delle necessità delle scuole di medicina e anche di valutare quale sia l'area migliore per realizzare l'ospedale. Certo il fattore tempo è importante: prima lo si fa meglio è non si può tirare avanti senza decidere. Il Not non può essere per l'ennesima volta elemento della campagna elettorale».