Sinistra italiana: "Sosteniamo la lotta dei lavoratori Sait contro l'esternalizzazione dei 75 magazzinieri"
Il partito, per voce di Jacopo Zannini, dà sostegno ai dipendenti che sono scesi in piazza tre giorni fa per ribadire il no alla decisione aziendale che pone gli addetti al magazzino davanti a un bivio: rimanere senza lavoro oppure accettare il passaggio a una cooperativa esterna
LA LETTERA Licenziamento e passaggio alla cooperativa esterna per gli addetti al magazzino
LA PROTESTA I lavoratori manifestano contro il piano dell'azienda
TRENTO. "Piena solidarietà ai lavoratori del Sait" da parte di Sinistra italiana del Trentino.
Lo comunica l'ex consigliere comunale Jacopo Zannini: "Diamo il nostro pieno sostegno ai molti lavoratori che mercoledì hanno protestato, fuori dai cancelli dei Sait, contro l’esternalizzazione della gestione del magazzino e l’avvio della procedura di licenziamento.
Sono settantacinque - ricorda Si - i dipendenti che rischiano di andare in disoccupazione se non accetteranno di cedere il loro contratto a Movitrento entro la fine di questo mese.
Le motivazioni di questo passaggio sarebbero l’efficientamento della struttura e l’esternalizzazione in toto del magazzino, tutto per rispettare gli standard di mercato. Se nelle politiche e negli obiettivi di realtà come Sait non vengono tenute in considerazione la tutela dell’individuo e delle relazioni sociali ha ancora senso definirle parte del sistema cooperativo?
Qualche operaio - prosegue Zannini - parla giustamente di operazione 'disumana', basti pensare a chi dovrebbe nei prossimi anni completare il suo percorso verso la pensione e subirà conseguenze in un periodo già pesante.
La rigida razionalità di un mercato forte ma al tempo stesso fragilissimo (pensiamo alle conseguenze della pandemia e della guerra) sta impattando pesantemente sulle vite di settantacinque persone e sulle rispettive famiglie.
Speriamo che questa mobilitazione trovi maggiori consensi e si apra uno spiraglio di trattativa per trovare una soluzione adeguata. Un tempo autonomia e cooperazione erano laboratori che producevano modelli di innovazione sostenibile, oggi invece il grosso rischio é quello di adeguarci a modelli deleterei, dettati altrove", conclude l'esponente di Sinistra italiana.