Di Maio lascia i Cinque stelle, con lui una sessantina di parlamentari
Arriva la rottura definitiva dopo lo scontro con Giuseppe Conte sulla linea nei riguardi del governo, a cominciare dalla posizione sul sostegno all'Ucraina anche con forniture di armi: il ministro degli esteri rilancia una posizione vicina al premier Draghi
L'ADDIO Di Maio lascia il M5s
ROMA. Luigi Di Maio se na va dal MoVimento cinque stelle.
Lo strappo si consuma nel giorno più difficile per il governo Draghi, nel quale il premier supera la prova del Senato sulla mozione pro-Kiev.
"Quella di oggi - sottolinea - è una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare. Oggi io e tanti lasciamo il M5s che da domani non sarà più la prima forza politica del Paese". "Nessuno ha intenzione di creare una forza politica personale, ci mettiamo in cammino. Partendo dagli amministratori locali. Dovrà essere un'onda con al centro le esigenze territoriali. Non ci sarà spazio per l'odio, populismo, sovrani ed estremismi". "Da oggi inizia un nuovo percorso. Per fare progredire l'Italia da Nord a Sud abbiamo bisogno di aggregare i migliori talenti e le migliori capacità, perché uno non vale l'altro".
"In questi mesi - va però all'attacco per motivare la sua scelta - la prima forza politica in Parlamento aveva il dovere di sostenere il governo senza ambiguità. Abbiamo scelto di fare un'operazione verità, partendo proprio dall'ambiguità in politica estera del M5s. In questo momento storico sostenere i valori europeisti e atlantisti non può essere una colpa". "Dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia, con l'Ucraina aggredita o la Russia aggressore. Le posizioni di alcuni dirigenti del M5s hanno rischiato di indebolire il nostro Paese".
"Pensare di picconare la stabilità del governo solo per ragioni legate alla crisi di consenso è da irresponsabili" .
"Quella di oggi è stata una giornata molto importante, al Senato è stata votata la risoluzione che rafforza il governo e il presidente Draghi che andrà al prossimo consiglio europeo con il forte sostegno delle forze politiche che sostengono l'Esecutivo. Dopo settimane di ambiguità, turbolenze e attacchi oggi siamo arrivati a un voto netto". "Dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia, con l'Ucraina aggredita o la Russia aggressore. Le posizioni di alcuni dirigenti del M5s hanno rischiato di indebolire il nostro Paese".
Il premier Draghi oggi ha superato la prova del voto al Senato sull'Ucraina. Intesa, dopo le comunicazioni del premier in Aula, sulla risoluzione di maggioranza. "Il governo italiano insieme ai partner Ue e G7 intende continuare a sostenere l'Ucraina come il Parlamento ci ha chiesto di fare", ha detto il premier.
L'epilogo dopo lo strappo del ministro degli Esteri con il M5s, con la raccolta di firme per formare gruppi parlamentari autonomi che si potrebbero chiamare 'Insieme per il futuro': pronti 50 deputati e 11 senatori. Di Battista attacca: 'Un ignobile tradimento'.