America shock: la Corte suprema cancella il diritto di aborto che fu sancito nel 1973
Secondo la sentenza del consiglio (composto in maggioranza da giudici più vicini alla destra), "la Costituzione non conferisce il diritto all'interruzione di gravidanza". Diversi Stati a guida repubblicana hanno già annunciato che ora modificheranno la loro legislazione per vietare l'aborto. Altri di orientamento liberal (come la California) assicurano che le donne continueranno a essere tutelate nel loro diritto. Biden: "La Corte suprema ha portato via un diritto costituzionale, è un tragico errore, frutto di una ideologia estrema"
ROMA. La Corte suprema statunitense ha abolito la storica sentenza Roe vs. Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l'aborto negli Usa. "La Costituzione non conferisce il diritto all'aborto", si legge nella sentenza emessa dai giudici.
La decisione è stata presa da una Corte divisa, con 6 voti a favore e 3 contrari.
La notizia ha traumatizzato l'opinione pubblica americana e dal Congresso si sono già levate molte voci democratiche per assicurare che il legislatore cercherà di ostacolare la criticata decisione espressa dai giudici.
Dopo le nomine maurate durante il mandato dell'ex presidente Trump, la Corte registra oggi una maggioranza costituita da giudici conservatori (o reazionari, in qualche caso, secondo chi li contesta).
Sei dei nove giudici attuali sono stati proposti e quindi nominati da presidenti repubblicani: tre da Trump e altrettanti da G. W. Bush, due da Obama e uno da Clinton.
Ora quindi i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. Già Texas e Missouri rendono l'aborto illegale.
Lo Stato di New York assicura: "Qui resta possibile". Interviene anche l'Onu: abolire il diritto ad abortire è "un colpo terribile ai diritti umani delle donne".
IL DISCORSO DI BIDEN - "Oggi è un giorno triste per la Corte suprema e il Paese": lo ha detto Joe Biden.
"La Corte suprema Usa ha portato via un diritto costituzionale", ha detto. Ribaltare la sentenza è "un tragico errore", frutto di una "ideologia estrema" dominante nella Corte suprema Usa, ha sottolineato il presidente parlando dalla Casa Bianca e ammonendo che ora "sono a rischio la salute e la vite delle donne nel Paese".
Biden ha lanciato un appello a Capitol Hill per ripristinare la sentenza sul diritto all'aborto come legge federale, dopo che la Corte suprema Usa l'ha abolita. "Ora la palla passa al Congresso", ha detto, promettendo che la sua amministrazione resterà vigile. Il presidente americano ha dato mandato al segretario alla salute di garantire l'accesso delle donne alla pillola abortiva ed altri farmaci per "l'assistenza riproduttiva" approvati dalla Food and Drug Administration. Lo annuncia la Casa Bianca in una nota dopo l'abolizione dell'aborto da parte della Corte Suprema Usa.
"Le donne devono rimanere libere di viaggiare in sicurezza in un altro stato per cercare le cure di cui hanno bisogno" ha aggiunto secondo quanto riferito dalla Casa Bianca in una nota.
"Se una donna vive in uno Stato che vieta l'aborto, la decisione della Corte Suprema non le impedisce di viaggiare in uno Stato che lo consente", sottolinea il presidente avvertendo che se qualche funzionario statale o locale cerca di interferire con questo diritto fondamentale troverà l'opposizione della sua amministrazione.
LE CONSEGUENZE - Il divieto di aborto è atteso entrare in vigore in 13 stati americani nei prossimi 30 giorni.
Si tratta di stati repubblicani che hanno approvato leggi stringenti sull'aborto legandole all'attesa decisione della Corte Suprema sulle Roe v. Wade. I 13 stati possono vietare l'aborto in 30 giorni eccetto nei casi in cui la vita della madre è in pericolo.
Il Missouri ha annunciato di essere il "primo" stato a vietare l'aborto, che ora è illegale anche in Texas con effetto immediato.
Tre Stati liberal della costa pacifica - California, Oregon e Washington - hanno annunciato un impegno comune a difendere i diritti d'aborto. "L'accesso all'aborto è un fondamentale diritto umano e resta sicuro, accessibile e legale a New York", assicura il governatore dello Stato Kathy Hochul. Le fa eco il sindaco della Grande Mela, Eric Adams. "Qui siete le benvenute", assicura Adams.
I GIUDICI CONTRO - "Tristemente", molte donne "hanno perso una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo", affermano i giudici liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer. I tre giudici hanno votato contro la decisione di capovolgere la storica sentenza.
LE PROTESTE IN PIAZZA - Fuori dalla Corte Suprema degli Stati Uniti è scoppiata la protesta, pochi minuti dopo che i massimi giudici hanno abolito il diritto all'aborto. I manifestanti stanno aumentando ogni minuto che passa, c'è anche un contigente di anti-abortisti che si sono abbracciati e hanno esultato alla notizia che la Corte Suprema ha rovesciato la storica sentenza 'Roe v. Wade'.
LE REAZIONI POLITICHE NEGLI USA - Una decisione "crudele" e "scandalosa", afferma la speaker della Camera negli Usa, la democratica Nancy Pelosi. Alle elezioni di novembre, aggiunge, ci sono in gioco i diritti delle donne. L'aborto è "stato un diritto per 50 anni": la decisione della Corte Suprema è un "insulto" per le donne, aggiunge Pelosi, assicurando che i democratici continueranno a battersi per le donne e per i diritti. "La vita ha vinto", dice l'ex presidente americano Mike Pence. Barack Obama critica la Corte Suprema, accusandola di aver "attaccato le libertà fondamentali di milioni di americani". Una decisione "coraggiosa" e "corretta. È una storica vittoria per la costituzione e la società", sostiene il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell. "Plaudo a questa storica sentenza che salva vite umane", twitta il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy. "E' la volonta' di Dio", afferma Donald Trump. "La teoria legale rivendicata dalla Corte Suprema per ribaltare la Roe v Wade mette a rischio anche altri diritti". Lo afferma il vicepresidente Kamala Harris, assicurando che la decisione dei saggi sull'aborto "non chiude la partita. Gli elettori hanno l'ultima parola"
NEL MONDO - Abolire il diritto ad abortire è "un colpo terribile ai diritti umani delle donne". Lo afferma l'Onu dopo la decisione della Corte Suprema Usa. Boris Johnson ha condannato la decisione come "un grande passo indietro". Interpellato al riguardo a margine del vertice dei leader del Commonwealth in Ruanda, il premier conservatore britannico è stato netto: "Io ho sempre creduto nel diritto di scelta delle donne", ha tagliato corto.
Reazioni di denuncia della svolta del grande alleato americano sono venute nel Regno Unito anche da organizzazioni per i diritti civili e da esponenti di tutti i maggiori partiti. Mentre alcune decine di persone si sono raccolte di fronte all'ambasciata di Washington a Londra per una protesta.
"L'aborto è un diritto fondamentale per tutte le donne. Bisogna proteggerlo. Esprimo la mia solidarietà alle donne le cui libertà sono oggi rimesse in discussione dalla Corte suprema degli Stati Uniti". Lo scrive su Twitter in francese e inglese il presidente francese Emmanuel Macron.