Politica / Amministrazione

Riforma delle Comunità di Valle, dopo le critiche dei comuni, Gottardi cambia il suo disegno di legge (e reintroduce le indennità)

Molte novità nel testo con un emendamento alla sua stessa proposta. E intanto i Presidenti dei Consigli comunali gli mandano a dire che...

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. I presidenti delle Comunità di valle potranno non essere sindaci e neanche dovranno essere necessariamente consiglieri comunali dei Comuni del territorio della Comunità, ma nel caso si voglia scegliere chi non rientra in queste categorie dovrà esserci l'accordo «di almeno quattro quindi, arrotondati all'unità superiore, dei componenti del consiglio dei sindaci».

È quanto prevede un emendamento al suo stesso disegno di legge di riforma che l'assessore agli enti locali Mattia Gottardi ha presentato ieri per venire incontro alle richieste del Consiglio delle autonomie, che aveva chiesto di lasciare libertà ai sindaci di scegliere a chi affidare il ruolo di presidente della Comunità di valle.

Nella prima versione della sua riforma, Gottardi aveva previsto che potesse essere solo un sindaco, poi - a fronte delle proteste degli amministratori - ha allargato le possibilità ai consiglieri comunali, infine in questa nuova versione allarga a qualsiasi cittadino iscritto alle liste elettorali «di qualsiasi Comune della Repubblica» ma pone il requisito che ci sia quasi l'unanimità dei sindaci nel caso si voglia puntare su un non eletto nelle amministrazioni comunali.

Tra gli emendamenti depositati dall'assessore Gottardi ce n'è anche uno che reintroduce la previsione di una indennità per il presidente della Comunità di valle ma anche «ai membri del consiglio dei sindaci, dell'assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo e a quelli del comitato esecutivo». L'indennità massima sarà «pari a quella prevista dalla normativa regionale per i componenti degli organi della Comunità».

Nella prima versione del disegno di legge Gottardi non aveva menzionato alcuna indennità e questo punto era stato molto criticato dai sindaci e dagli amministratori del Consiglio delle autonomie.

L'articolo però precisa che «ai componenti degli organi delle Comunità che percepiscono indennità o gettoni di presenza per cariche esercitate contestualmente presso un ente locale» non spetta «alcuna forma di indennità, salvo per il presidente e i componenti del comitato esecutivo ai quali l'indennità spetta al netto di quella percepita presso l'ente locale».

Con gli emendamenti, Gottardi riesuma anche la figura del segretario della Comunità che chiama «segretario degli enti locali».Intanto, dalle opposizioni sono arrivati emendamenti a valanga, molti ostruzionistici per ottenere modifiche, visto che sul disegno di legge che arriverà in consiglio provinciale la settimana prossima, non sono previsti tempi contingentati.

Ieri, infine, Paolo Piccoli, presidente del consiglio comunale di Trento, a nome dei 39 presidenti di consigli comunali, ha scritto una lettera all'assessore Gottardi per chiedergli di considerare, nell'ambito della riforma delle Comunità di valle, il ruolo dei presidenti dei consigli comunali prevedendo la presenza nell'assemblea, eventualmente a titolo consultivo, dei presidenti dei consigli comunali in carica. «In questo modo - scrive Piccoli - si garantirebbe la voce di tutta la comunità, in quanto i presidenti sono espressione di garanzia e di equilibrio per tutte le istanze portate nei consigli comunali».

LA LETTERA COMPLETA

Caro Assessore,

come Ella sa, si e tenuto ieri l’incontro tra i Presidenti dei Consigli Comunali del Trentino ed il Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento.

Ci è dispiaciuto non poterLa incontrare, ma siamo consapevoli che gli impegni istituzionali sono pressanti e talvolta non programmabili.

Le scrivo pertanto per darLe conto della corale richiesta, emersa nel corso dell’incontro - richiesta che Le avremmo formulato personalmente - di considerare, nell’ambito della riforma delle Comunità di valle, il ruolo dei Presidenti dei Consigli comunali.

In particolare siamo convinti che il nuovo assetto istituzionale incentrato sui sindaci verrebbe rafforzato ed arricchito prevedendo la presenza nell’Assemblea, eventualmente a titolo consultivo, dei Presidenti dei Consigli Comunali in carica. In questo modo si garantirebbe la voce di tutta la comunità, in quanto i Presidenti sono espressione di garanzia e di equilibrio per tutte le istanze portate nei consigli comunali.

Riteniamo anche che le figure dei Presidenti dei Consigli Comunali potrebbero essere utilmente impegnate in una imparziale Presidenza dell’Assemblea.

Le chiedo con questa mia, a nome dei 39 Presidenti dei Consigli comunali del Trentino, di voler inserire le opportune previsioni nel testo normativo che verrà presentato in Aula del Consiglio provinciale nei prossimi giorni.

A disposizione per ogni eventuale chiarimento e/o necessità di confronto, La ringrazio per l’attenzione e Le invio i più cordiali saluti

Paolo Piccoli

coordinatore dei Presidenti dei Consigli Comunali del Trentino

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