Assestamento di bilancio provinciale, le proposte dei sindacati: «Fugatti ci dica quanti soldi ha in cassa, dalle “maggiori risorse”»
All’incontro con le categorie hanno presentato una lunga lista: dagli aiuti alle famiglie al sostegno dei redditi più bassi: «Il bonus è difficile da ottenere, anche per la difficoltà della piattaforma delle domande»
TRENTO. «Vogliamo vederci chiaro sui numeri e soprattutto riteniamo che per le famiglie la Provincia debba fare qualcosa di più e subito: e noi proponiamo di dare 400 euro al mese ai nuclei familiari con figli che percepiscono l’assegno unico, per ogni figlio, sull’esempio della Provincia di Bolzano: questo costerebbe circa 13 milioni di euro e ci sarebbe la capienza per fare ancora qualcosa». A
ndrea Grosselli, segretario generale della Cgil del Trentino anticipa la proposta che oggi i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil provinciali hanno presentato al governatore Maurizio Fugatti e alla giunta nell’incontro con le parti sociali convocato dalla Provincia per illustrare le linee principali dell’assestamento di bilancio che sarà approvato entro il 30 giugno.
Le prime indicazioni fornite venerdì scorso dallo stesso presidente Fugatti sulla destinazione di circa 220 milioni di maggiori entrate dovute a trasferimenti da parte dello Stato non soddisfano affatto i sindacati, visto che i 100 milioni per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego erano già concordati con un protocollo d’intesa del dicembre scorso, mentre i 30 milioni per azzerare l’addizionale Irpef fino ai 25.000 euro di reddito vale dal 2013 e non sarà un beneficio che andrà in tasca alle famiglie nell’immediato. Infine, c’è un grande “buco nero” che è il cosiddetto “bonus bollette”, intervento programmato da marzo e per il quale sono stati stanziati 25 milioni di euro, ma che si sta rivelando inefficace per i meccanismi di assegnazione del sussidio, tanto che fino ad ora sono stati spesi - dichiara la Provincia - solo 10 milioni di euro e il termine per presentare le domande scade il prossimo 30 giugno dopo essere stato già prorogato di un mese. Insomma, è arrivato a destinazione meno della metà delle risorse stanziate e questo non certo per mancanza di necessità.
«Per prima cosa - sostiene Grosselli - vorremmo avere capire quali sono le maggiori risorse di cui dispone la Provincia con questo assestamento di bilancio perché il presidente Fugatti ha fino ad ora omesso di dire a quanto ammonta l’avanzo, che mediamente si aggira sui 200 milioni di euro, che insieme ai 220 milioni che arriveranno dallo Stato portano a oltre 400 milioni. Se il bilancio è così ricco è evidente che per fare fronte alle difficoltà delle famiglie, dovute, come riconosce il presidente Fugatti, all’aumento dei prezzi, il rincaro dell’energia e della benzina e l’aumento dei tassi di interesse, riteniamo che sia necessario prevedere un aiuto concreto maggiore rispetto a quanto sommariamente anticipato dal presidente e che ci auguriamo non si riduca solo al dietrofront sul’esenzione dell’addizionale Irpef, che vale comunque dal 2023».
Tra le misure che oggi i sindacati chiederanno di introdurre c’è l’adeguamento di tutti i benefici sociali e sussidi provinciali al costo della vita, visto che l’inflazione sta galoppando e gli aiuti sono fermi. «I benefici Inps - spiega Grosselli - vengono rivalutati in base all’indice Istat dell’inflazione (già al 7%), mentre quelli provinciali, a cominciare dall’assegno unico no. Non riteniamo corretto che venga indicizzata l’indennità dei politici, come quella dei consiglieri provinciali/regionali, e non si rivalutino invece in base al costo della vita che sta aumentando i benefici destinati alle famiglie più in difficoltà». Oltre a questo, naturalmente, i sindacati sono decisi a chiedere di modificare i criteri per l’assegnazione del bonus bollette: «Per i percettori di assegno unico avrebbe dovuto essere automatica l’assegnazione, invece la Provincia ha ricalcolato l’Icef in modo da escludere gran parte dei redditi medio bassi, quindi su circa 31.000 famiglie che ricevono l’assegno unico ne rimangono escluse circa la metà. Ancora peggio è andata per la piattaforma informatica dove i cittadini avrebbero dovuto presentare domanda: i limiti posti sono così rigidi che le domande sono state fino ad ora pochissime. Noi calcoliamo che siano stati assegnati al massimo 7-8 milioni di euro di bonus».