Comunità di Valle, approvata dal Consiglio provinciale la Riforma. Olivi: “Persa una grande occasione”
Soddisfatto l’assessore Mattia Gottardi. Critiche dall’opposizione. Per il consigliere provinciale del Pd si tratta “di un mero aggiustamento, la vera riforma istituzionale sarebbe stata cambiare la Provincia. Serviva un’azione più coraggiosa”. Trenta voti a favore, Alex Marini si astiene
IL CAMBIO Gottardi rivede il disegno di legge
TRENTO. È stato approvato oggi , 30 giugno, in Consiglio provinciale il disegno di legge 145 di riforma delle Comunità di Valle proposto dall'assessore agli enti locali, trasporti e mobilità Mattia Gottardi. "Esprimo soddisfazione per l’approvazione del ddl dopo un lungo confronto di merito con i Territori ed il Consiglio delle Autonomie - sottolinea l'assessore Gottardi - Un dibattito positivo e costruttivo anche in aula di Consiglio provinciale per il quale ringrazio i gruppi di maggioranza e opposizione. È stato riconosciuto l’impegno al dialogo ed il percorso aperto della Riforma, per la prima volta condivisa con i Comuni e non imposta dall’alto come in passato". La riforma passa con trenta voti a favore, Alex Marini si astiene
Lucia Coppola (Misto-Verdi per l’Europa) ha detto che avrebbe immaginato "una maggiore autonomia per i sindaci, dal momento che le comunità sono un ente intermedio tra provincia e comuni". Restano sullo sfondo – a suo giudizio - tante problematiche che i comuni stanno affrontando da tempo, come la criticità per la figura del segretario comunale (ben 60 comuni ne sono privi), il sottodimensionamento del personale, la difficoltà a sostituire i pensionamenti ecc. Si discute da tempo della forma e del potere degli enti intermedi (a partire dai comprensori) per migliorare la capacità concreta di interfacciarsi con i comuni.
Il leghista Roberto Paccher ha dichiarato di “apprezzare questa proposta perché mentre la precedente comunità sottraeva competenze ai comuni e ne limitava l’autonomia, con questa riforma la comunità diventa un ente di supporto. La spesa di 4 milioni di euro non giustifica il cambio del nome, facendo prevalere il risparmio delle risorse pubbliche: non per questo la riforma va minimizzata perché cambia totalmente la prospettiva rispetto a questo ente”.
Per Ugo Rossi (Azione) questa non è una riforma, ma un aggiustamento: "Sul programma con il quale la Lega è andata raccogliere i voti in campagna elettorale si precisava che si sarebbe cambiato anche il nome dell’ente. Detto questo la Lega ha fatto bene a non tradurre il proprio programma perché era “una panzana”.
Per Alessandro Olivi (dem) siamo di fronte ad “un mero aggiustamento, la vera riforma istituzionale sarebbe stata cambiare la Provincia. Serviva un’azione più coraggiosa e rimane come mandato futuro a quest’aula, la ricerca delle regole condivise per un riequilibrio del rapporto tra Provincia e sistema degli enti locali, cosa che questa legge non fa".
In aula hanno apprezzato la riforma Pietro Degodenz (UpT), Mara Dalzocchio (Lega), il consigliere del Misto Ivano Job e Claudio Cia di Fratelli d’Italia.