Crisi di governo, artigiani trentini in ansia: “Rischiamo di pagare un prezzo altissimo. Serve stabilità”
Preoccupati anche i sindacati: “Lavoratori e pensionati non possono permettersi salti nel buio, restiamo in ansiosa attesa della riunione del Parlamento di mercoledì prossimo”
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TRENTO. “Il Paese e gli imprenditori rischiano di pagare un prezzo altissimo a causa dell’incertezza legata alla crisi di governo. Serve uno straordinario senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per assicurare governabilità e stabilità, indispensabili in una fase economica e sociale così difficile”.
Questo l’appello del Presidente dell’Associazione Artigiani Trentino Marco Segatta che esprime grave preoccupazione per gli effetti della situazione politica sul tessuto produttivo, in particolare delle micro e piccole imprese, e sul rilancio dello sviluppo.
“Le difficoltà che stiamo attraversando - basti pensare al rincaro generalizzato dei prezzi e dell’energia e la situazione legata al conflitto ucraino - sono sotto gli occhi di tutti. Aggravare ulteriormente il contesto innescando una crisi di Governo è una scelta egoistica che va contro gli interessi del Paese. Sono a rischio – sottolinea il numero uno di via Brennero – gli impegni per risollevare gli imprenditori da questi due anni di crisi, per realizzare il Pnrr e le riforme, per affrontare il drammatico impatto della guerra in Ucraina su famiglie e imprese”.
E aggiunge: “Confartigianato nazionale ha calcolato le conseguenze che potrebbero essere provocate dalla crisi di governo. Gli otto differenti effetti mettono a rischio 49,5 miliardi di euro, pari a 2,5 punti di PIL e delineano un rischio occupazione per 253mila lavoratori. In particolare, secondo l’analisi di Confartigianato la crescita degli investimenti si ridurrebbe di 5 miliardi di euro, verrebbero meno circa 11 miliardi di interventi contro il caro-energia per famiglie e imprese che pagherebbero anche 3 miliardi in più per il rialzo dei tassi di interesse sui prestiti bancari, dovremmo rinunciare a 3,9 miliardi di effetto espansivo della legge di bilancio 2023, mentre peserebbe per 3,6 miliardi la deviazione dal sentiero di riduzione della pressione fiscale”.
”E ancora, un incompleto raggiungimento degli obiettivi del Pnrr metterebbe a rischio 17,8 miliardi di finanziamenti Ue, il blocco dei crediti fiscali per i bonus edilizia peserebbe per 5,2 miliardi sulle imprese con la perdita di 47mila occupati e la minore domanda di lavoro e i mancati effetti espansivi della politica fiscale potrebbero mettere a rischio oltre 206mila persone, con un effetto recessivo complessivo su 253mila posti di lavoro”.
La preoccupazione dei sindacati
Crisi di governo, anche i sindacati guardano con preoccupazione a quanto successo a Roma. Le dimissioni di Draghi per i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti rischiano di far piombare l’Italia in un tunnel nero da cui è difficile uscire
“Il Parlamento e le istituzioni nazionali – scrivono – sono sovrane ed ogni scelta, anche quella di andare immediatamente alla urne, è legittimamente nelle loro mani in ogni momento, nel rispetto della Costituzione. Crediamo però che una crisi di governo ora rappresenti un salto nel buio per l’Italia che rischia di colpire in particolare le lavoratrici ed i lavoratori, le pensionate ed i pensionati, alle prese con il caro bollette, il rallentamento dell’economia e la perdita di potere d’acquisto per retribuzioni inadeguate a recuperare un tasso di inflazione record. Pare che la politica viva di una vita virtuale diversa da quella reale, scollegata dai problemi degli italiani.
Dai partiti ci aspettiamo tutto tranne che il gioco dello scarica barile o la ricerca del mero tornaconto elettorale. Questo aumenterebbe ancora di più la distanza tra la politica ed i cittadini, fenomeno confermato dal sempre più basso tasso di partecipazione al voto nelle elezioni di tutti i livelli.
Serve invece che il Parlamento metta al centro la crisi sociale ed economica e vari subito le misure necessarie a sostenere le famiglie, ad affrontare la crisi energetica ed ambientale, a provare a rafforzare le dinamiche economiche e dei redditi da lavoro.
Per varare un nuovo decreto aiuti a luglio e per mettere in atto una manovra di bilancio espansiva e socialmente responsabile serve dare un Governo nella pienezza dei propri poteri al nostro Paese. Restiamo in ansiosa attesa della riunione del Parlamento di mercoledì prossimo”.