Il Comitato di difesa delle acque del Trentino avvisa Tonina: «Giù le mani dai torrenti»
Contestata la delibera sulle derivazioni idroelettriche: “Si incentiva la costruzione di nuovi impianti. Follia pura, per un territorio che produce già molta più energia di quella che consuma”
CASO L'acqua trentina alla Lombardia
TRENTO. Giù le mani dai corsi d'acqua. Il Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino, per voce di Tommaso Bonazza, spiega perché ritiene un vero disastro la delibera voluta dall'assessore all'ambiente Mario Tonina l'8 luglio scorso, che si occupa delle norme di attuazione del "Piano di tutela delle acque 2022-2027", in particolare sui procedimenti amministrativi e le domande relative a nuove concessioni di piccole derivazioni di acqua a scopo idroelettrico.
«È la campana a morto per molti fiumi e torrenti trentini», sostiene il Comitato. E prosegue: «Con questa delibera, si incentiva la costruzione di nuovi impianti. Follia pura, per un territorio, quello trentino, che produce già molta più energia di quella che consuma. La ridotta protezione normativa che la Provincia, attraverso i suoi servizi, prevedeva per la salvaguardia di fiumi e torrenti viene così ulteriormente indebolita e al suo posto si istituisce un quadro legale di infinite deroghe a regolamenti, leggi provinciali, norme italiane, europee o di semplice buonsenso».
In particolare il Comitato contesta le ragioni portate in aula da Tonina, ovvero che l'idroelettrico, energia rinnovabile per eccellenza, favorirebbe la transizione ecologica europea e contrasterebbe il caro bollette causato dalla guerra in Ucraina.
«L'Europa - scrive Bonazza - non ha mai chiesto di distruggere corsi d'acqua e demolire ecosistemi. Inoltre l'emergenza europea di oggi non può essere risolta da centraline mini-idroelettriche sui fiumi trentini, realizzabili certamente in tempi non rapidi e clamorosamente poco produttive da un punto di vista energetico, ma estremamente distruttive da un punto di vista ambientale».In difesa di fiumi e torrenti, il Comitato ribadisce il «valore anche economico del nostro territorio e dei corsi d'acqua nella loro condizione di naturalità», «quantificabile in milioni di euro».
E aggiunge: «Si è mai calcolato quale sia il valore economico di un fiume o di un torrente intatto che scorre nella sua valle, in termini di salute, autodepurazione, microclima, ricreazione, turismo? Quanti ecosistemi possiamo ancora permetterci di sacrificare? Se è vero che l'acqua è risorsa rinnovabile, è anche vero che gli ecosistemi che dipendono da essa non hanno la capacità di rigenerarsi. Ogni volta che perdiamo habitat, distruggiamo biodiversità e natura. L'ambiente fluviale una volta manomesso e distrutto non sarà recuperabile».
Oltre a contestare «una indecente dinamica di asservimento del pubblico nei confronti di iniziative private», visto che saranno gli stessi uffici tecnici della Provincia ad aiutare i richiedenti a ottenere le concessioni» il Comitato critica Tonina perché non fa «una distinzione tra centraline ad utilità pubblica e centraline per lucro privato».
Il comunicato si conclude con un appello a tutti i cittadini: «Non possiamo più esitare o stare a guardare! Un futuro più equo e rispettoso dell'ambiente ci viene sottratto giorno dopo giorno. Vi invitiamo a prendere posizione ed esporvi».