Covid, processo ai vaccini: prima udienza a Trento della causa promossa da Paolo Lisi
L’odontoiatra sul piede di guerra: “Chiediamo l’analisi dei prodotti e test sul sangue”. Costituiti in giudizio l’Azienda sanitaria provinciale e l’Ordine dei medici
COVID L'ultimo bollettino trentino
TRENTO. Alle 12.30 nella medesima aula del primo piano del tribunale di Trento mercoledì 20 luglio si sono ritrovati il dottor Paolo Lisi, odontoiatra di Rovereto sospeso dall'attività clinica perché non vaccinato contro il Covid, l'Azienda sanitaria provinciale e l'Ordine dei medici di Trento. All'esterno, sotto il sole, già da un paio d'ore stavano manifestando in maniera pacifica una cinquantina di persone, mostrando le foto di chi non c'è più, di chi è morto - sostengono - a seguito della somministrazione del vaccino contro il coronavirus.
Tra le immagini quella del dottor Giuseppe De Donno, deceduto un anno fa, il medico che curava il Covid con l'utilizzo del plasma iperimmune. Davanti al giudice Giuseppe Barbato si è dunque aperta l'udienza in tema di vaccinazioni e salute pubblica. «Abbiamo iniziato mesi fa una causa civile per accertare il contenuto dei vaccini ed i loro effetti sul sangue, in particolare sui globuli rossi - spiega il legale del dottor Lisi, l'avvocato mantovano Marco Della Luna - All'interno di questa causa abbiamo presentato un ricorso per l'accertamento anticipato rispetto ai tempi del processo, generalmente lunghi».
Il dottor Lisi, che a fine settembre tornerà in aula per chiedere i danni all'Azienda sanitaria e all'Ordine dei medici in merito alla sospensione dall'attività, spiega: «Oltre all'analisi dei prodotti vaccinali chiediamo i test sul sangue dei pazienti vaccinati a confronto con i test sul sangue dei non vaccinati».Il giudice Barbato si è riservato, acconsentendo alla richiesta del legale dell'odontoiatra di produrre uno studio svedese recente sui vaccini.
Prosegue l'avvocato Della Luna: «Non sappiamo cosa contengono i vaccini: come possiamo dare il consenso se non conosciamo cosa c'è dentro? Il principio è che per fare un trattamento sanitario che non sia obbligatorio bisogna dare un consenso informato. Nello studio svedese che depositiamo vengono analizzati gli effetti mutogeni dei vaccini sul Dna cellulare».
Il quesito sulla "bontà" o meno dei vaccini approda dunque anche in tribunale a Trento. Si è opposta alla richiesta di accertamenti l'Azienda sanitaria provinciale, rappresentata in aula dall'avvocato e da un funzionario: il tema - è stato detto - è nazionale. Si è costituito in giudizio anche l'Ordine dei medici e degli odontoiatri di Trento. Presenti in aula gli avvocati Natale Callipari e Nicolò Ullian di Verona.
«Per noi è la prima udienza sui vaccini. Sappiamo che recentemente ci sono stati processi simili a Firenze e a Padova - spiega il presidente dell'Ordine Marco Ioppi - Non è compito nostro dimostrare che il vaccino è benefico o che può creare problemi. Il compito dell'Ordine è di sostenere le vaccinazioni secondo le disposizioni del Ministero e delle società responsabili della salute individuale e collettiva. L'Ordine non ha titolo per decidere se la vaccinazione è un presidio utile o meno». Il dottor Marco Ioppi ha sempre sostenuto e continua a sostenere che «le vaccinazioni hanno ridotto la mortalità».
«Dal punto di vista clinico abbiamo dati che dimostrano che le vaccinazioni hanno salvato migliaia di persone. Intendo anche i vaccini contro il Covid: la dimostrazione è che lo scorso anno abbiamo avuto numerosi decessi di anziani e ora questa morìa si è ridotta - prosegue il dottor Ioppi - Ma non è certo un tribunale che dovrebbe sentenziare questo, perché i giudici non possono sostituirsi agli uomini di scienza. E la scienza oggi ci dice che la vaccinazione è l'unico modo che ci può aiutare a combattere la pandemia».