Elezioni, per il PD soluzione "in house", tutti i consiglieri provinciali in lista per Roma (a parte Tonini: «ho già dato»)
Pochi giorni per le candidature, la segretaria Maestri chiama Ferrari, Zeni, Olivi e Manica. Con il rebus Conzatti: eletta nel centrodestra, chiede un posto con Italia Viva a Rovereto
TRENTO. Il Partito democratico punta sui consiglieri provinciali, che sono stati chiamati - tutti - dalla segretaria Lucia Maestri a mettersi a disposizione per una eventuale candidatura alle elezioni politiche del 25 settembre. Solo il consigliere Giorgio Tonini, che ha alle spalle quattro legislature in Senato (dal 2001 al 2018), ha declinato l'invito «avendo già dato», come ricorda lui stesso.
Morale, oltre ai nomi della capogruppo Sara Ferrari e di Alessandro Olivi, entrambi ex assessori delle giunte Dellai e Rossi e alla terza legislatura in consiglio provinciale, che hanno da tempo fatto sapere di essere pronti ad affrontare la difficile sfida elettorale per un seggio in Parlamento e lo farebbero con determinazione e voglia di vincere, hanno dato la loro disponibilità ad essere inseriti nella rosa di 5-6 nomi proposti dal Pd da inviare al partito nazionale per la composizione delle candidature in Trentino, anche il consigliere Luca Zeni, anch'egli al terzo mandato in consiglio provinciale, e il collega vallagarino Alessio Manica.
Questi ultimi due non nascondono di aver risposto sì alla segretaria più per spirito di servizio che per la convinzione che schierare tutti i volti più noti del partito presenti nelle istituzioni sia la scelta vincente.«Io sono un uomo di partito - conferma Manica - e sono pronto a candidarmi e a fare la campagna elettorale dove mi verrà chiesto, ma mi chiedo se siamo certi che sia schierando tutti i consiglieri provinciali che il Pd riuscirà a dare il messaggio migliore. Mi rendo conto che i tempi stringono, ma serve dare anche un segnale di apertura, con altri nomi, freschezza e convinzione che questa partita, che io ritengo aperta, ce la possiamo giocare e vincere».
Proporre la pattuglia dei consiglieri suona in effetti come una mossa difensiva da parte di una forza politica che corre con la paura di perdere, condizionata dai sondaggi nazionali che danno per favorito il centrodestra, e quindi può anche mettere in campo chi un incarico già ce l'ha e anche a fronte di un'eventuale sconfitta cadrebbe in piedi perché tornerebbe al suo scranno. Oltre al fatto che questa scelta tutta interna al partito fa pensare che si tenti così di risorvere il "problema" del limite di mandati in consiglio provinciale raggiunto da Olivi, Ferrari e Zeni.
Ma la segretaria del Pd trentino, Lucia Maestri, così motiva la scelta: «I nomi dei consiglieri provinciali sono un punto di partenza, avendo poco tempo per organizzarci e presentare le candidature iniziamo dai volti più conosciuti e " pesanti" che il Pd può offrire, ma certamente stiamo cercando anche qualche nome esterno oltre al fatto che ci saranno anche le proposte delle altre forze della coalizione».
L'urgenza di individuare una rosa di «5-6 nomi» del Pd nasce dal fatto, spiega Maestri, che il partito nazionale ha chiesto di averla a disposizione entro la fine della settimana. Per questo la segretaria ha convocato per questa sera una riunione della assemblea del partito per discutere proprio della rosa di nomi. Il Pd, considerato il suo peso politico in quella che potrebbe essere l'alleanza democratica e progressista con Azione, Europa Verde, altre forze di sinistra, e forse Italia viva, ritiene di poter rivendicare per i suoi nomi tre collegi uninominali su cinque con la prima scelta su quelli senatoriali di Trento per Sara Ferrari e Rovereto per Alessandro Olivi, e giocarsi magari anche uno dei due collegi alla Camera o il Senato della Valsugana con il perginese Zeni.
Di certo si sa fin d'ora che il Pd della Vallagarina non è disposto a considerare un eventuale sostegno, come niente fosse, alla senatrice Donatella Conzatti (Italia Viva), che nel 2018 fu eletta con il centrodestra e ora chiede di essere sostenuta dal fronte opposto.
Ci sono poi i tre nomi da mettere nel listino proporzionale alla Camera da condividere con il Pd altoatesino anche se Trento rivendicherà il primo posto, l'unico che dà speranze di elezione, tenendo conto delle quote di genere.