Picciarelli (Sait): «Gli aumenti dei prezzi ci preoccupano anche guardando ai prossimi mesi»
Il direttore del Consorzio delle cooperative di consumo trentine analizza una tendenza sempre più impattante, ma sottolinea: «Se gli incrementi per noi, tra energia e materie prime, sono quasi in doppia cifra, quelli riversati sul pubblico sono nell'ordine del 2 o 3 per cento. Insomma, fare la spesa da noi costa più o meno come un anno fa. La vera domanda è quanto a lungo si potrà andare avanti così»
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TRENTO. I prezzi aumentano, ma perché ad aumentare sono i costi. E, in ogni caso, i due aumenti non corrono paralleli, sugli stessi valori: finché si può, infatti, si cercherà di andare incontro ai cittadini.
Questa la politica del Sait, come spiega il direttore Luca Picciarelli.
«Non posso che esprimere dispiacere per l'aumento dei prezzi. Ma va detto che se gli incrementi per noi, tra energia e materie prime, sono quasi in doppia cifra, quelli riversati sul pubblico sono nell'ordine del 2 o 3 per cento. Insomma, fare la spesa da noi costa più o meno come un anno fa. La vera domanda è quanto a lungo si potrà andare avanti. Se la situazione di crisi si cronicizzasse il rientro dalle vacanze potrebbe essere complicato: sostenere la situazione nel medio lungo periodo non sarà certo facile».
L'effetto è quello del domino: ci sono guerra e strascichi della pandemia, quindi aumentano i costi di energia, carburanti e materie prime. Le azienda pagano di più e fanno (quindi) pagare di più i clienti. Nel caso di Sait, «abbiamo il dovere di preservare il potere di acquisto. E i nostri clienti stanno capendo lo sforzo: nell'ultimo periodo, infatti, abbiamo aumentato i clienti ed emesso più scontrini».
Le certezze, però sono due: questa politica non potrà andare avanti per sempre e sarà difficile tornare indietro. «Fare delle previsioni è difficile se non impossibile. Se la situazione diventasse cronica il rientro dalle vacanze potrebbe essere complicato. Non sappiamo quanto a lungo durerà il rincaro dei costi dell'energia e delle materie prime, dal quale dipendono poi i rincari del costo della spesa. Ma il punto è capire se ci saranno ulteriori aumenti: mi sento di escludere dei cali, nulla sarà più come prima, perché i costi pre pandemia e pre crisi difficilmente torneranno».
Picciarelli fa poi un esempio concreto, che fa ben capire la situazione: «C'è stato un accordo sul grano tra Ucraina e Russia ormai quasi due settimane fa, ma sui listini non è cambiato nulla in termini di contenimento. Forse l'industria attende di essere certa che non si siano dietrofront, ma il dato per noi è che non è cambiato nulla. Questo, ovviamente, riguarda un bene di larghissimo consumo, come la pasta».
Per i cittadini il consiglio è quello di sfruttare le offerte. «Le promozioni sono utili e mitigano i prezzi al pubblico. Inoltre gli sconti, oltre alla scelta di non aumentare i prezzi degli alimenti della stessa percentuale del caro energia, ci permettono di continuare a essere credibili nei confronti dei clienti. Per noi la relazione con loro è fondamentale».
In generale il discorso riguarda anche la concorrenza: «Tra di noi ci osserviamo». Tanto più in questo momento storico.