Maccani "silurato" e reintegrato dal giudice, il PD: «Un caso gravissimo. E la sentenza censura il controllo sull’accesso agli atti della giunta»
Il Gruppo consiliare democratico attacca Fugatti e ricorda le restrizioni imposte a chi voglia vedere gli atti pubblici: «Da questa vicenda emerge una gravissima mancanza di cultura istituzionale da parte della Giunta»
TRENTO. "Il 4 gennaio di quest'anno il gruppo consiliare del Pd del Trentino convocò una conferenza stampa per rendere pubblici i documenti, ottenuti attraverso una richiesta di accesso agli atti da parte del consigliere Luca Zeni, in merito al concerto di Vasco Rossi. Proprio quegli accessi agli atti e gli eventi venuti alla luce grazie agli stessi, sono alla fine stati oggetto della ritorsione da parte della Provincia nei confronti del dirigente Maccani. Da questa vicenda emerge una gravissima mancanza di cultura istituzionale da parte della Giunta provinciale".
Lo scrive - in una nota - il gruppo del Pd del Trentino, in riferimento alla sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Trento, che ha stabilito il reintegro di Marzio Maccani nelle funzioni di dirigente del Servizio polizia amministrativa.
"Il giudice è categorico nel riconoscere il diritto di accesso agli atti dei consiglieri, ribadendo che la competenza a rispondere alle richieste è del responsabile della singola struttura, il quale soltanto in caso di segretezza o riservatezza, nei casi previsti dalla legge, può non fornire copia (ma al consigliere è comunque riconosciuto il diritto di prendere visione). Il giudice dichiara illegittimo il tentativo di un controllo generalizzato sulle richieste di accesso da parte dei vertici provinciali", scrive il gruppo, rilevando come recentemente il consigliere Zeni abbia dovuto ricorrere al Tar per ottenere la documentazione richiesta in materia di sanità e sulla delibera secretata che prevedeva la rimozione di Maccani.