Clamorosa protesta degli esercenti trentini: le bollette in vetrina, «così i clienti capiscono i rincari»
Costi triplicati, bar e ristoranti in difficoltà: esporranno al pubblico le bollette del 2021 e quelle del 2022 per far vedere la differenza. E chiedono al governo di intervenire per imporre un tetto al costo di gas e corrente
TRENTO. Bollette in vetrina anche in Trentino: le Associazioni dei pubblici esercizi e dei ristoratori lanciano anche nella nostra provincia la campagna di sensibilizzazione di FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. A tutti gli associati che vorranno aderire viene chiesto di affiggere in vetrina la differenza tra le bollette del 2021 e quelle del 2022, per evidenziare i costi insostenibili a carico delle imprese del terziario.
Importi quasi ovunque triplicati, quando non addirittura quadruplicati: i costi energetici a carico di bar, ristoranti, pizzerie, pub, al pari di quando accade per negozi, alberghi, uffici e altre attività del terziario, sono diventati insostenibili all’interno del bilancio aziendale così come per le famiglie. Le preoccupazioni degli operatori sono evidenti e in molti mettono in dubbio la tenuta stessa dell’attività se il trend dovesse continuare o, come molti analisti ritengono, addirittura peggiorare in vista dell’autunno.
Per questo anche in Trentino l’Associazione Ristoratori del Trentino e l’Associazione pubblici esercizi del Trentino promuovono l’iniziativa di FIPE, la federazione italiana dei pubblici esercizi, “Bollette in vetrina” che mira a sensibilizzare clienti, opinione pubblica e istituzioni sulla situazione insostenibile esponendo la differenza tra gli importi del 2021 e quelli del 2022.
«Aderiamo convintamente - spiega la presidente dell’Associazione dei pubblici esercizi Fabia Roman - perchè anche presso i nostri associati la situazione è diventata intollerabile: questa esplosione di costi mette in difficoltà la stessa sostenibilità economica delle aziende con la prospettiva drammatica di dover chiudere a breve. Sappiamo che questi rincari sono dovuti a speculazioni internazionali e l’intervento dei governi è tutt’altro che semplice, però crediamo che sia doveroso mettere in pratica ogni tipo di intervento che alleggerisca la pressione sulle imprese e sulle famiglie».
«Per sostenere questi costi - commenta il presidente dell’Associazione ristoratori Marco Fontanari - non solo è necessario adeguare i listini ma bisogna anche aumentare i coperti serviti quotidianamente: un aumento impossibile perché l’inflazione si sta facendo sentire anche sui bilanci delle famiglie. Le bollette che arrivano in questi giorni sono insostenibili: sul lungo periodo molte imprese saranno costrette ad abbassare la serranda, con una serie di ripercussioni pesanti sull’economia e sulla società. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche le istituzioni locali, provinciali e nazionali affinché si adoperino senza indugiare per mettere in campo strumenti che permettano di anestetizzare questi rincari folli».
«Non è da ieri - dichiarano Roman e Fontanari - che le nostre associazioni assieme a Confcommercio Trentino si occupano di questo problema: solo a febbraio scorso siamo scesi in piazza a Trento, Rovereto ed Arco ed abbiamo chiesto ai soci di spegnere simbolicamente le luci delle vetrine per un’ora. Sempre nei mesi scorsi abbiamo promosso un sondaggio e una campagna informativa per comprendere le esigenze dei nostri associati in tema. Oggi ci uniamo a chi chiede al governo di adoperarsi per fissare un tetto al prezzo del gas, per estendere e ampliare il credito di imposta per le imprese del settore, per introdurre misure che taglino drasticamente i costi energetici a carico delle imprese: il rischio è bruciare completamente la ripresa di questi mesi e mettere a rischio l’esistenza stessa di molte aziende del settore. D’altra parte chiediamo responsabilmente ai colleghi di attuare un’attenta gestione dei propri consumi, intervenendo dove possibile: chiediamo, altresì, comprensione ai nostri clienti se troveranno qualche luce in meno o un’atmosfera meno accogliente ma vogliamo anche noi fare la nostra parte per essere responsabili e ridurre i consumi laddove sia possibile in questo momento di difficoltà».