Don Ivan Maffeis, nel primo discorso a Perugia un caloroso ringraziamento al Trentino
Il nuovo arcivescovo del capoluogo umbro durante la cerimonia di questo pomeriggio, 11 settembre, ha avuto parole affettuose per tutta la comunità e ha aggiunto: "Porto nel cuore il mio paese natale, Pinzolo: fra le sue case mi sono sempre sentito riconosciuto, accolto e accompagnato".
LA CERIMONIA A Perugia l'ordinazione di don Ivan Maffeis, nuovo arcivescovo
PERUGIA. "Aiutatemi a conoscervi di persona, sapendo che è la condizione per un'autentica fraternità e per la condivisione di un cammino ecclesiale": sono parole pronunciate oggi pomeriggio da monsignor Ivan Maffeis, nel corso della celebrazione svoltasi a Perugia per l'ordinazione del nuovo prelato.
Il nuovo arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, arrivato dal Trentino, si è rivolto alla Chiesa locale dopo essere stato accolto in città dalla presidente della Regione Donatella Tesei e dal sindaco Andrea Romizi.
Una celebrazione in cattedrale presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti e concelebrata dall'arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, ha dato inizio al percorso di monsignor Maffeis, nato a Pinzolo nel 1963, che in passato ha rivestito anche incarichi improtanti nell'ambito dell'informazione.
In chiesa, oggi, anche circa duecento fedeli arrivati in pullman dal Trentino, in particolare dalla zona di origine del neovescovo, la val Rendena, e da Rovereto, città in cui don Ivan è stato parroco negli anni recenti.
"Sono cresciuto - ha quindi ricordato don Ivan - all'interno di una famiglia numerosa: non smetterò mai di ringraziare il Signore per il dono dei miei fratelli e delle mie sorelle. Papà Santo e mamma Licia ci hanno trasmesso la fiducia nella Provvidenza e in quell'esperienza ecclesiale che ha preso corpo in parrocchia".
"Porto nel cuore - ha detto ancora il nuovo arcivescovo - il mio paese natale, Pinzolo: fra le sue case mi sono sempre sentito riconosciuto, accolto e accompagnato. Un pensiero riconoscente lo devo alla Comunità trentina: ringrazio, in particolare, il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, e tutte le Autorità istituzionali della mia terra, le persone amiche, comprese quelle che partecipano a distanza a questa nostra celebrazione, e il sindaco di Rovereto Francesco Valduga.
La mia profonda gratitudine va all'intera Chiesa di Trento. Forte di queste radici, custodirò come memoria, compagnia e profezia il dono delle reliquie del Vescovo Vigilio e dei Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro. Il mondo della comunicazione, dall'Università Salesiana a quella del Laterano, mi ha fatto conoscere bellezze e fatiche che innervano i nostri territori e l'impegno di tanti nel raccontarle, con l'attenzione ad avvicinare alla comprensione degli eventi e alla costruzione del patrimonio culturale di una comunità".