Fugatti vuole controllare le centrali idroelettriche: pronto allo scontro con Roma
Il presidente della giunta deciso: «Siamo consci delle difficoltà che dovremo affrontare sul piano nazionale e legislativo ma crediamo che serva anche un po' di coraggio, bisogna pensare all'autonomia energetica”
TRENTO. Sospendere le procedure di attivazione dei bandi per il rinnovo delle concessioni idroelettriche, in scadenza a fine 2024, per arrivare all' "autonomia energetica". Fugatti punta in alto, sogna una sorta di provincializzazione dell'energia. Un azzardo che farebbe sicuramente andare il governo provinciale in rotta con quello nazionale se non fossimo a ridosso dalle elezioni politiche, in una fase in cui rivendicazioni e annunci vanno presi con le pinze.
Ma il governatore ha tutta l'aria di fare sul serio. Il suo annuncio arriva nel giorno del lancio del bonus energia per le famiglie, dalla sala del municipio di Terzolas, dove la giunta provinciale si è riunita in trasferta. «Nelle scorse settimane - spiega - abbiamo fatto un'analisi legislativa e di fronte alla crisi che c'è oggi e che ci sarà anche nei mesi a venire crediamo che si possa arrivare con una legge provinciale a una sospensione delle procedure per il rinnovo delle concessioni.»
Per fare cosa? Fugatti non lo dice esplicitamente ma l'idea sembra quella di intestarsi le concessioni affidando la produzione e distribuzione dell'energia elettrica a società che si impegnino a lavorare assicurando alle famiglie e imprese trentine ricadute importanti. Al 31 dicembre del 2024, dopo l'allineamento delle scadenze con quelle nazionali ottenuto qualche mese fa, vanno in scadenza 17 concessioni idroelettriche sul territorio provinciale.
Fino a pochi giorni fa, caduta la speranza di una proroga pluriennale che avrebbe garantito la gestione di buona parte della risorsa in capo alla controllata Dolomiti Energia, in Provincia si ragionava sulla possibilità di adottare lo "schema A22", di cercare cioè di creare società che si prendano cura delle centrali in project financing a fronte di un piano di investimenti e di impegni con ricadute sul territorio.
Uno schema che non eluderebbe le gare per l'affidamento. Ma l'idea lanciata ieri da Fugatti sembra voler andare oltre. «Il percorso legislativo che vogliamo impostare - spiega - prevede una sospensione delle concessioni a fronte di un piano di investimenti dei gestori di durata almeno settennale che possa avere ristorni positivi in trentino nel breve periodo, nei mesi e gli anni difficili che abbiamo di fronte.»
Niente gara insomma, ma concessione diretta alle condizioni imposte dalla Provincia. Il governatore non nasconde le difficoltà che un disegno simile è destinato a incontrare con qualsiasi governo uscirà dalle urne dopo il 25 settembre: «Siamo consci delle difficoltà che dovremo affrontare sul piano nazionale e legislativo - ammette - ma crediamo che serva anche un po' di coraggio, bisogna pensare all'autonomia energetica. La drammaticità del momento può portare anche ad andare oltre i rapporti istituzionali. È sicuramente una argomento forte che vogliamo però portare al tavolo delle trattative per dare ai trentini le risposte che stanno chiedendo».