Perse la vita mentre sciava sulla Panarotta, 4 condanne per la morte del poliziotto di Sant'Orsola Bruno Paoli
Nel 2018 era rimasto vittima a 48 anni di una terribile caduta mentre assieme ai figli stava affrontando un tratto di collegamento tra due piste, la Rigolor e la Malga
L'INCHIESTA Cinque indagati per omicidio colposo
TRENTO. Quattro condanne per la morte del poliziotto di Sant'Orsola Bruno Paoli, sulle piste della Panarotta. L'incidente si era verificato nel 2018.
Secondo i giudici le norme di sicurezza sulle piste da sci non sono state rispettate. Si è celebrata oggi, martedì 20 settembre, presso il tribunale di Trento l’udienza conclusiva del processo penale per la morte di Bruno Paoli, deceduto in seguito ad un incidente sugli sci.
Il giudice ha condannato a due anni di reclusione R.G. e F.O., a vario titolo soci della società Panarotta Srl che gestisce le piste del comprensorio trentino, e ad un anno S.D. e G.M., dirigenti provinciali del servizio turismo e impianti a fune. Pena sospesa e non menzione per tutti gli imputati.
I fatti
Il quarantottenne poliziotto di Sant'Orsola si è arreso dopo due giorni in ospedale ai gravissimi traumi che aveva riportato sabato 20 gennaio del 2018, cadendo in pista sulle nevi di casa, quelle della Panarotta.
Quel 20 gennaio, verso mezzogiorno e un quarto, era rimasto vittima di una terribile caduta mentre assieme ai figli stava affrontando un tratto di collegamento tra due piste, la Rigolor e la Malga, nella parte bassa del comprensorio sciistico valsuganotto. Un passaggio semplicissimo da affrontare, soprattutto per lui, sciatore dalla grande esperienza che in carriera aveva anche prestato servizio in pista tra le valli di Fiemme e Fassa.
Improvvisamente aveva perso il controllo degli sci, forse per una disattenzione, forse tradito da una lastra di ghiaccio: in assenza di reti di protezione era finito lungo il pendio alla sua sinistra, ruzzolando in basso per una decina di metri e sbattendo il capo contro un sasso. Non portava il casco e l'impatto, violentissimo, gli aveva fatto subito perdere i sensi. A chiamare i soccorsi era stato uno dei figli. Era intervenuto anche un medico, assieme agli agenti della forestale e all'elicottero dei vigili del fuoco permanenti con il rianimatore.
Pochi giorni dopo il decesso.