Provinciali 2023, sulla scelta del candidato il peso di Fratelli d'Italia: Fugatti non è scontato e spunta il nome di Alessia Ambrosi
Saranno i confronti a livello di segreterie nazionali a stabilire, l'anno prossimo, se a correre per la guida di piazza Dante dovrà essere il presidente uscente leghista, un esponente del partito di Giorgia Meloni o una figura della società civile vicina alla destra
TRENTO. La questione del candidato presidente della Provincia del centrodestra nel 2023 verrà definita a livello nazionale non certo a Trento.
A chi toccherà riprovare a mettere la bandierina sul pennone di piazza Dante - se alla Lega o a Fratelli d'Italia - lo decideranno infatti Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, nel quadro della spartizione delle presidenze delle regioni tra i partiti della coalizione, che va al di là della semplice valutazione di quanto fatto dal governatore uscente Maurizio Fugatti, perché la prima valutazione è politica, alla luce anche dei risultati elettorali delle ultime elezioni che soprattutto Fratelli d'Italia cercherà di far pesare.
Quindi, la riconferma di Fugatti è tutt'altro che scontata e sarà tema di un confronto tra le forze politiche del centrodestra che non si è ancora aperto. Il partito di Giorgia Meloni, intanto, vuole arrivare preparato e si sta interrogando sulle proposte da mettere sul tavolo.
Da lunedì il nome più gettonato tra i meloniani è quello della neoeletta deputata Alessia Ambrosi, una giovane donna preparata e grintosa, che sembra avere le caratteristiche di una Giorgia Meloni in salsa trentina, benché Ambrosi, come Fugatti, non sia nata in Trentino. Anche Fugatti nel 2018 fu eletto in Parlamento per poi essere richiamato da Salvini per fare il candidato presidente solo pochi mesi dopo. Lo stesso potrebbe accadere ad Ambrosi se Meloni dovesse dirle di mettersi a disposizione, nel caso Fratelli d'Italia alla fine rivendicasse per sè la presidenza e soprattutto dovesse decidere di puntare su un nome di partito.
Su questo punto ci sono idee diverse anche all'interno di Fratelli d'Italia. C'è chi ritiene che una forzatura non farebbe bene alla coalizione, né con il nome di Ambrosi, che la Lega non potrebbe mai digerire, visto che proviene dalle sue fila e ha "tradito" il partito, né con altri nomi targati, considerando che forse il Trentino non è pronto per un candidato presidente di destra destra.
Dunque si sta cercando anche di individuare dei nomi della società civile di spessore che potrebbero mettersi a disposizione, magari dei nomi che la Lega potrebbe gradire e condividere per poter accettare di mettere in discussione il suo presidente Maurizio Fugatti. La difficoltà maggiore per chi nel centrodestra vedrebbe positivamente la sostituzione del presidente in carica è senz'altro quella di trovare una "sistemazione" alternativa per Fugatti, magari con qualche incarico di sottogoverno a Roma.
Ora che Giorgia Meloni si appresta a guidare il prossimo Governo potrebbe esserle più facile avere in mano gli strumenti per trovare una soluzione capace di accontentare tutti.
Intanto, tra chi oggi fa parte della giunta Fugatti è innegabile che chi è riuscito a tessere i rapporti migliori con Fratelli d'Italia è l'assessore tecnico Achille Spinelli. A differenza dei colleghi della Lega, martedì in consiglio provinciale non ha mancato di complimentarsi per i risultati con gli esponenti di Fratelli d'Italia.