Ferrovia / L'allarme

Usura anomala delle ruote dei treni in Valsugana, Trentino Trasporti valuta la richiesta di risarcimento danni

L’ingegner Roberto Murru, direttore generale della spa di via Innsbruck: «Non è il materiale rotabile, il problema, né i treni, né le ruote. Siamo passati da 70 mila a meno di 10 mila km di percorrenza». Nel mirino i binari e anche la Provincia sta valutando quali azioni intraprendere nei riguardi di Rfi-Rete ferroviaria italiana, il gestore della struttura

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di Domenico Sartori

TRENTO. Trentino Trasporti, per l’ulteriore soppressione di treni sulla linea della Valsugana, da ieri sostituti con gli autobus, ha le armi spuntate. Può fare solo una cosa: chiedere scusa all’utenza. Anzi, ne può fare un’altra: chiedere il risarcimento danni al gestore della struttura, cioè a Rfi - Rete ferroviaria italiana spa.

È in corso una valutazione, con i legali, su come sia meglio procedere.

E lo stesso sta facendo l’ente concedente, la Provincia, che ha affidato in concessione il servizio alla spa di via Innsbruck e a Trenitalia. I collegamenti sulla Trento-Bassano sono assicurati da 15 treni Minuetto: 7 in uso a Trentino Trasposti, 8 a Trenitalia. Ed i passeggeri trasportati da Trentino Trasporti nel 2021, sono stati 636.187. La Provincia, attraverso le due società, “gira” a Rfi un canone annuo di 1,9 milioni di euro per l’utilizzo dell’infrastruttura: l’importo, si sta valutando, potrebbe non essere corrisposto, causa i disservizi provocati dall’usura anticipata delle ruote dei treni.

Nessuno sa, questo il punto, se, come e quando il problema dell’usura sarà risolto. C’è, in cantiere, la elettrificazione della linea: avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale, i lavori potrebbero partire entro il 2023. Ed i nuovi treni che entreranno in servizio si spera non subiranno tutte le rogne che oggi compromettono l’uso dei Minuetto.

Qual è la situazione reale?

«Il tema» risponde l’ingegner Roberto Murru, direttore generale di Trentino Trasporti «è quello della percorrenza, che i treni non sono in grado di fare nell’intervallo tra una riprofilatura delle ruote e quella successiva».

In concreto, come funziona?

«È necessario periodicamente, per il corretto profilo della ruota, fare la manutenzione, ricostruendo il “bordino” che garantisce la stabilità dell’assetto, soprattutto in curva. Una questione di sicurezza. Con il rotolamento, c’è un fisiologico consumo del materiale e del profilo della ruota. Per cui va ricostruito il “bordino”».

Dopo quale percorrenza?

«Fino ad un anno e mezzo fa, il nostro valore di riferimento, per programmare il modo coerente il servizio, era tra i 65 mila e i 70 mila km. Come per i treni di Trenitalia».

E, adesso, qual è il valore?

«Purtroppo, siamo arrivati sotto i 10 mila km. Avevamo ipotizzato, con la ripresa del servizio il 12 settembre (riapertura delle scuole, ndr), di arrivare almeno a 20 mila km di percorrenza, prima di dover fare la manutenzione. Ma il monitoraggio fatto ci dà una proiezione tra i 5 mila e i 10 mila km».

Conseguenze inevitabili...

«Sì, si rende necessario ridurre il numero dei treni in esercizio. Serve per garantire la riparazione ed evitare che ci sia lo stop totale come a fine agosto, quando neanche un treno circolava perché erano tutti in officina».

Chi fa la manutenzione e quanto tempo richiede la riprofilatura?

«La fa Alstom, mediamente in un paio di settimane. In questo momento, un treno è in manutenzione anche a Bolzano. Ma non è facile trovare siti di manutenzione: tutti hanno già la loro attività programmata».

Altrove, si è verificato lo stesso problema di usura anticipata?

«Abbiamo notizia di problemi analoghi in Lombardia, in Toscana. Noi siamo stati contattati da Ansfisa, l’Agenzia nazionale che vigila sulla sicurezza delle infrastrutture ferroviarie e stradali, che segue quanto succede in Pusteria. Ci ha chiesto notizie sulla nostra situazione».

Quali sono le cause? Caldo, larghezza dei binari, lubrificazione...

«La situazione si è aggravata da un anno e mezzo, e i Minuetto c’erano anche prima. Non è il materiale rotabile, il problema, né i treni, né le ruote: abbiamo utilizzato ruote di partite diverse. Rfi ha fatto la molatura dei binari tra il 27 luglio e il 5 agosto, con il momentaneo blocco dei dispositivi di ingrassatura-lubrificazione dei binari. Si sapeva che, poi, nella prima fase, il problema dell’usura si sarebbe aggravato, per poi sistemarsi a regime. Ma non è stato così. Situazione paradossale, perché come Trentino Trasporti non possiamo avere accesso ai dati relativi alle caratteristiche della infrastruttura. E Rfi sostiene che tutti i parametri sono in regola, gli standard rispettati. Rfi è il gestore della struttura e, ripeto, noi non possiamo verificare le caratteristiche metriche dei binari».

Cosa si può fare?

«Preso atto che il problema dell’usura non è stato ancora risolto, abbiamo informato la Provincia e segnalato la necessità di ripristinare il servizio dei bus sostitutivi. Se la causa non sono i treni, le ruote e la programmazione del servizio, noi non possiamo incidere sulla infrastruttura. Il degrado del servizio, per l’utenza, è inevitabile».

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