Turismo / Strutture

Hotel, 143 strutture dismesse da oltre 10 anni. Per 56 la destinazione d'uso non risulta più quella alberghiera

L’Osservatorio del paesaggio trentino ha terminato la ricognizione: i punti caldi per numero di strutture sono il Monte Bondone e Folgaria, ma Levico ha il record per territorio occupato da hotel dismessi. Le parole dell’assessore Failoni

TRENTO. In Trentino il fenomeno della dismissione delle strutture alberghiere ha interessato con dinamiche particolarmente accentuate i comuni di Folgaria e di Trento (10 strutture) Levico Terme e Moena (8 strutture), Canazei (6 strutture), Brentonico, Cavalese, Lavarone, Ledro, Nago - Torbole (5 strutture), Baselga di Pinè, Ruffrè-Mendola (4 strutture), Castello Tesino, Pergine Valsugana, Predaia, Riva del Garda, Santorsola Terme (3 strutture), Ala, Borgo Chiese Capriana, Malè, Ossana, Pieve Tesino, Porte di Rendena, Rabbi, Ronzone, Vallarsa (2 strutture).

Altri 33 comuni trentini segnalano la presenza di una struttura alberghiera dismessa da più di dieci anni. Lo spieta l'assessore provinciale Roberto Failoni rispondendo ad una interrogazione del consigliere Alessandro Olivi (Pd). Sono meno di 90 - inoltre - gli alberghi dismessi ;da più di 10 anni La ricognizione, ha attestato la presenza in Trentino di 143 strutture alberghiere dismesse da più di 10 anni, pari a più del 10% del numero totale di strutture attualmente presenti in provincia.

Le strutture alberghiere dismesse, segnalate dal censimento, hanno in totale una superficie coperta stimata, pari a circa 6 ettari e impegnano una superficie fondiaria (somma del sedime edificato e delle pertinenze non coperte) pari circa 19 ha. La stima della superficie utile lorda (sul) è pari a circa 228.000 mq e il volume costruito è stimato in circa 685.000 mc.

L'approfondimento dei dati di censimento, segnala che per 56 delle 143 strutture alberghiere dismesse, la destinazione d'uso non risulta più essere quella alberghiera. Tale dato può essere ragionevolmente interpretato come l'indicatore di un'avvenuta "rifunzionalizzazione" (sic.) degli immobili. È pertanto possibile quantificare orientativamente in meno di 90 le strutture dismesse da più di dieci anni, ancora in attesa di rifunzionalizzazione".

Nella sua risposta a Olivi, Failoni spiega che "è ora possibile procedere alla definizione delle proposte di carattere normativo e dei provvedimenti di natura tecnico-amministrativa necessari a dare concreta attuazione alle iniziative prospettate".

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