Enti locali alle prese con le bollette da paura: fra le contromisure palestre più fredde e illuminazione stradale ridotta
Oggi, 6 ottobre, sono arrivate le linee guida del Consorzio dei Comuni per far fronte a una situazione sempre più allarmante che minaccia, in particolare, i mondi delle attività sportive di base e in generale del volontariato. La disperazione dei sindaci, che devono far quadrare i conti in uno scenario caratterizzato da incertezza e aumenti continui
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TRENTO. La situazione è già molto difficile, ma gli scenari per i prossimi mesi sono addirittura drammatici. I Comuni trentini - come del resto le famiglie, le aziende, le attività economiche - sono in ginocchio. E quindi «In mancanza di ulteriori, significativi interventi di soccorso ai propri bilanci, gli Enti locali potrebbero vedersi costretti a compiere scelte di riduzione della possibilità di accesso a servizi di interesse generale, primi fra tutti gli impianti sportivi, così come a revisioni delle tariffe e dei tributi locali».
Insomma: palestre, piscine, pattinaggi, sono a forte rischio. Perché tagliare su scuola, sanità e servizi non è possibile e allora il primo settore che potrebbe essere toccato è quello sportivo, più in generale quello legato al volontariato e alla socialità. Poi, se necessario, bisognerà andare a chiedere ai cittadini un aiuto, con un aumento di tariffe e tributi. La nota virgolettata è contenuta nel documento che il Consorzio dei Comuni (Cal) ha redatto nei giorni scorsi e inviato a tutte le amministrazioni del territorio.
Lo stesso Cal ha approvato oggi, 6 ottobre, un documento specifico che detta indicazioni precise agli enti locali del Trentino per contenere i propri costi energetici, garantendo, comunque, i servizi essenziali ai cittadini.
Sono linee guida, ha precisato il presidente Paride Gianmoena, che si inseriscono in un quadro di incertezza e di lievitazione dei costi, che ha indotto e indurrà l'Unione europea e il governo nazionale a varare misure di varia natura, per affrontare il rischio di interruzioni di fornitura di gas metano ed energia elettrica, ma anche per calmierare lo spropositato incremento dei costi di approvvigionamento.
"Le cifre degli aumenti dell'energia fanno paura. Un trend che, se non si risolverà, nel 2023 porterà a costi insostenibili per gli Enti locali, stimabili - secondo le attuali proiezioni - nell'ordine dei 60 milioni di euro di maggior costo", ha detto Gianmoena. Le indicazioni del Consiglio delle autonomie locali per i Comuni e le Comunità, oltre che per gli enti strumentali sono la riduzione della temperatura e dei periodi di utilizzo degli impianti termici, la sensibilizzazione del personale, il completo spegnimento di computer, stampanti, fotocopiatori e altre apparecchiature al termine dell'utilizzo. Tra le novità anche la rimodulazione dell'illuminazione pubblica (riduzione dell'intensità luminosa, spegnimento alternato dei punti luce, riduzione degli orari di funzionamento).
Il Natale - alberi, luminarie, mercatini - non pare a rischio ma ci saranno certamente delle riduzioni temporali al fine di risparmiare. I cittadini devono prepararsi a decisioni drastiche e impopolari.
Linee guida e consigli generali sono in realtà già da anni Vangelo per i Comuni trentini, da sempre attenti agli aspetti economici ed ecologici. Il Cal consiglia una riduzione della temperatura e dei periodi di utilizzo degli impianti termici presso edifici ed impianti comunali, chiede politiche all'insegna della sobrietà in vista del Natale e spinge per una sensibilizzazione dei dipendenti e dei cittadini.
Fermo restando che con questi consigli le bollette potranno calare, ma non in maniera così netta da far tornare i conti.
Le regole per l'accensione dei riscaldamenti dividono il Trentino in due: ci sono la "Zona E" (13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile) e la "Zona F" (nessuna limitazione).
Nella "E" rientrano questi comuni: Arco, Avio, Besenello, Borgo, Calliano, Castelnuovo, Grigno, Isera, Lavis, Mezzocorona, Mori, Nago Torbole, Nave San Rocco, Nogaredo, Nomi, Ospedaletto, Padergnone, Pomarolo, Riva del Garda, Roveré della Luna, Rovereto, Mezzolombardo, San Michele all'Adige, Scurelle, Trento, Vezzano, Villa Agnedo, Villa Lagarina, Zambana.
Tutti gli altri territori appartengono alla F. Le parole dei sindaci. «Sono davvero preoccupato, la situazione è disastrosa».
Christian Girardi, primo cittadino di Mezzolombardo, spiega: «Abbiamo fatto con gli uffici competenti una proiezione dei costi e considerando solamente l'energia elettrica tra agosto e dicembre avremo un aumento di oltre 200 mila euro. Lo dico chiaramente: se queste sono le condizioni non riusciremo a chiudere il bilancio dell'anno e nemmeno a fare quello di previsione. È in atto una speculazione allo stato puro. Temo per il fondamentale mondo del volontariato: come posso fare per continuare a sostenerlo? Mi chiedono cosa fare con il pallone del tennis o con il pattinaggio o con le palestre. Non voglio rinunciare alla vita di comunità, ma la situazione è difficile. E bisogna essere onesti con i cittadini: le buone pratiche vanno benissimo, ma sappiano che solo con quelle non ci salveremo. Speriamo in un intervento nazionale ed europeo che prima di tutto blocchi i rincari».
Spostandoci a Levico Terme parla Gianni Beretta: «Solo per palestre, asilo e polo scolastico abbiamo 70 mila euro al mese di costi in più. Abbiamo fatto un calcolo di uscite maggiorate per 400 mila euro tra luglio e dicembre. Da tempo lavoriamo sull'efficientamento energetico, abbiamo fatto molti interventi, ma non basta. Poi ci sono norme da rispettare: non possiamo spegnere l'illuminazione in determinate vie, perché se proprio lì accadesse qualcosa sarebbero guai seri. Dei provvedimenti dovremo prenderli tutti e sappiamo già che ci saranno polemiche, ma la situazione è difficile. E dopo due anni di Covid ci mancava anche questa...».
Saliamo in montagna: Sergio Finato (Cavalese) ha già messo in campo alcuni interventi. «Abbiamo spento i monumenti storici e culturali da settembre. E siamo intervenuti sulla piscina, chiudendola un giorno alla settimana. Non rinunceremo al Natale, ma dimezzeremo in tempi: le luminarie si spegneranno alla Befana invece che a febbraio e avranno minor durata durante il giorno. Inoltre non acquisteremo altro materiale. Siamo un comune turistico, ma alcune azioni concrete dobbiamo metterle in campo perché i costi sono davvero alle stelle».
Dalla val di Fiemme a Pinzolo, con il sindaco Michele Cereghini: «Sarà tempo di scelte difficili per i territori: con il Cal cercheremo una condivisione e un ragionamento comune, pur con le differenze tra territori. Personalmente a breve farò un ragionamento con il mio tessuto economico, con operatori, commercianti e Apt, per capire come intervenire. Oltre al turismo ci sono i servizi, le scuole, i centri sportivi e i luoghi di aggregazione: già in un momento normale è difficile sostenere i costi fissi, ma con la tegola dei rincari la situazione si complica tanto».