Tra un anno si vota in Trentino, Fugatti bis a rischio: ecco le possibili candidature alternative, da Ambrosi a Spinelli
Naufragato il disegno di scaricare Fratelli d'Italia, dopo il successo nazionale di Giorgia Meloni il presidente della Provincia deve guardarsi da altri possibili pretendenti alla guida della giunta: il centro-destra è in fibrillazione
TRENTO. Il 22 ottobre Giorgia Meloni ha giurato come prima presidente del Consiglio orgogliosamente di destra di un nuovo Governo di centrodestra.
Il 22 ottobre del 2023 - questa dovrebbe essere la data più probabile anche se non ancora ufficializzata - i trentini saranno chiamati alle urne per eleggere il consiglio provinciale e il nuovo o la nuova presidente delle Provincia. Tra meno di un anno, dunque, in Trentino si tornerà al voto e lo scenario è tutt'altro che definito, non solo sul fronte del centrosinistra, dove coalizione è ancora in fase di costruzione e senza un leader, ma anche nella maggioranza di centrodestra, che non ha ancora dato il via libera a un secondo mandato per il presidente leghista della Provincia, Maurizio Fugatti.
Anzi. Dopo il boom di Fratelli d'Italia anche in Trentino, passato dal 3,5% a oltre il 25% a discapito proprio della Lega, scesa all'11%, il governatore leghista non può più dare nulla per scontato, a parte forse proprio il fatto che non potrà più permettersi di vagheggiare su una nuova coalizione di centrodestra più territoriale, con dentro il Patt e fuori proprio Fratelli d'Italia, anche se nella Lega si dicono convinti che alle elezioni provinciali riusciranno a recuperare il travaso di voti che c'è stato alle Politiche.
In ogni caso, resta solo il piano B: ovvero agganciare comunque il Patt e ampliare l'area autonomista e civica della coalizione, rappresentata ora dalla Civica di Mattia Gottardi, che si dice leale al centrodestra e da tempo schierato per il Fugatti bis, gli Autonomisti popolari di Walter Kaswalder e Progetto Trentino del vicepresidente Mario Tonina, in prima linea per cercare di portate il Patt nella maggioranza, nonostante la presenza di Fratelli d'Italia, con un accordo programmatico. Il tutto naturalmente a sostegno del governatore leghista, che spera di poter rafforzare così, con il supporto di gran parte della coalizione, e della lista dell'assessore Achille Spinelli, la sua leadership rispetto alle possibili rivendicazioni del partito di Giorgia Meloni.
A un mese dai risultati del voto del 25 settembre e dalla richiesta di un chiarimento politico, avanzata subito dal commissario di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì, soprattutto sulle posizioni ambigue di Progetto Trentino alle Politiche, il presidente Fugatti non ha ancora risposto. E questo nonostante la richiesta sia stata condivisa anche dalla Civica e da Ivano Job, fuoriuscito dalla Lega e ora in Coraggio Italia, che hanno sollecitato un incontro di maggioranza. Fugatti ha lasciato raffreddare il clima e ha evitato ogni confronto politico, soprattutto con Fratelli d'Italia, con cui continua a non parlare, e si è limitato ad ignorare la richiesta sul ruolo del vicepresidente Mario Tonina.
Ma la questione resta. E prima o poi un confronto nel centrodestra ci dovrà essere anche perché Fratelli d'Italia non è disposto a dare per scontato che il candidato presidente della coalizione sarà ancora Fugatti. Come nome di bandiera i meloniani tengono in caldo quello della giovane deputata Alessia Ambrosi, ma potrebbero anche mettere in difficoltà la Lega proponendo l'assessore alle attività economiche Achille Spinelli, il tecnico molto vicino a Fugatti, che però ha saputo tenere buoni rapporti con Fratelli d'Italia, a differenza del governatore leghista, che non ha ancora digerito il "tradimento" di Alessia Ambrosi e Katia Rossato, che hanno lasciato la Lega per rafforzare il gruppo costituito in corso di legislatura da Claudio Cia.
Con la premier Giorgia Meloni in carica e Lega e Forza Italia nel Governo, ma con un ruolo subalterno, in Trentino nel centrodestra sanno tutti che la scelta del candidato presidente della Provincia non potrà prescindere dalle indicazioni che arriveranno dal livello nazionale. Insomma, non saranno Fugatti, né la Lega trentina, con le sue varie liste civiche, a decidere chi guiderà il centrodestra nel 2023, senza un via libera da Roma e Milano, che si baserà anche su un equilibrio complessivo alle elezioni regionali, che sono alle porte al Nord, a cominciare da Lombardia e Friuli Venezia Giulia, entrambe rivendicate dalla Lega. Con il Trentino sarebbero tre regioni su tre al Carroccio. Proprio sicuri che Fratelli d'Italia non avrà nulla da dire?