Giustizia / Il punto

Latte crudo, Cassazione a metà: il ricorso di Biasi inammissibile, sentenza annullata per il casaro. La storia

Il caso del batterio nel formaggio acquistato nel caseificio e mangiato da un bambino che da allora ha pesanti problemi di salute

TRENTO. Annulla senza rinvio (la causa è l'avvenuta prescrizione) la posizione del casaro mentre per l'ex presidente il ricorso è stato dichiarato inammissibile e quindi la sentenza confermata, Inoltre dovrà pagate le spese processuali (3mila euro) e quelle della parte civile (3.510).

Così ha deciso la corte di Cassazione sul caso del batterio nel formaggio acquistato nel caseificio e mangiato da un bambino che da allora ha pesanti problemi di salute.

Ma, e questo è un punto importante per la parte civile, ossia la famiglia del bambino che è rappresentata dall'avvocato Paolo Chiariello, resta in piedi la questione civile con il rinvio da parte della suprema corte al giudice competente per il risarcimento. «Il mio cliente è soddisfatto per questo primo passo fatto dalla giustizia», è il commento del legale.

Un secondo passo inizierà a dicembre con la causa che inizierà davanti al giudice di pace di Cles dove il casaro (Gianluca Fornasari) e l'ex presidente del caseificio di Coredo (Lorenzo Biasi) dovranno rispondere delle accuse di lesioni personali colpose gravissime. La sentenza finita a Roma è quella del marzo scorso firmata dal giudice Tamburino che aveva riconosciuto i due colpevoli delle accuse legate a carenze in tema di sicurezza igienico-sanitaria e condannati a pagare circa 50mila euro.

Biasi, nella sua qualità di presidente all'epoca dei fatti, avrebbe prodotto e immesso nel circuito commerciale prodotti caseari non prestando la dovuta attenzione alla necessità di richiedere a Trentingrana Concast ispezioni sul campo per la verifica delle condizioni igieniche delle aziende dei conferitori, alla necessità di sottoporre ad analisi il formaggio consumato dal bambino - prodotto con latte crudo - per la ricerca di escherichia coli prima della sua immissione in commercio e di verificare il rispetto del periodo di stagionatura minima di 60 giorni prima della sua immissione in commercio per l'abbattimento della carica batterica.

Per quanto riguarda il procedimento che si aprirà fra meno di un mese davanti al giudice di pace, i controlli sul caseificio, erano scattati dopo che il piccolo (era il 2017) era stato male dopo avere mangiato del formaggio acquistato (questa la ricostruzione degli inquirenti) presso il caseificio.

Lo scorso anno il procedimento penale per lesioni aveva preso la via dell'archiviazione. Ma c'era stata l'opposizione dell'avvocato Chiariello che aveva prodotto nuove consulenze. Documentazione che aveva spinto al procura a fare un passo indietro rispetto all'archiviazione e decidendo per una nuova consulenza. E, a breve, ci sarà l'udienza.

comments powered by Disqus