Scuole chiuse per una settimana bianca, la proposta dell’assessore Failoni criticata dagli insegnanti
Perplessità anche dall’assessore provinciale all’Istruzione Bisesti: “C’è il timore che un'intera settimana di vacanza dedicata allo sci non sia economicamente alla portata di tutti”
IDEA La proposta al governo dell'esecutivo
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TRENTO. «Con l'assessore Failoni siamo solidali nel promuovere scuola e sport»: l'assessore provinciale all'istruzione Mirko Bisesti mette le mani avanti per confermare la compattezza della giunta. Ma l'ipotesi di chiudere le scuole per promuovere le settimane bianche solleva qualche perplessità, «il timore che un'intera settimana di vacanza dedicata allo sci non sia economicamente alla portata di tutti».
Riprende Bisesti: «Questa proposta può aiutare la ricettività trentina, ma a me preme che il maggior numero dei nostri ragazzi si appassioni alla montagna e allo sport, desidero che chi vive in Trentino, se lo vuole, possa avvicinarsi alla pratica dello sci e degli altri sport invernali, e soprattutto sia messo in condizione di farlo».
L'idea delle scuole chiuse per settimana bianca è emersa durante la Bitm, Borsa del turismo montano: per l'occasione Roberto Failoni ha annunciato che inoltrerà direttamente al ministro Salvini l'ipotesi che «nel periodo che va da metà gennaio a marzo si chiudano le scuole in ogni regione d'Italia per una settimana diversa, per dare alle famiglie di frequentare le piste da sci e promuovere la destagionalizzazione».
L'assessore alla scuola rimarca: «Il rapporto scuola-sport è importante: abbiamo messo in campo una serie di progetti in collegamento con il Coni, attività e formazione per promuovere i valori dello sport anche in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026, così che non si tratti di un evento isolato in cui per due mesi saremo a contatto con i più grandi atleti del mondo, ma che sia un progetto di incoraggiamento e che aiuti ad accompagnare i ragazzi delle scuole ad acquisire consapevolezza ed entusiasmo».
Ritornando al tema delle scuole chiuse per favorire le settimane bianche, l'assessore sottolinea la differenza tra un'ipotesi in cui «è la famiglia che si fa promotrice degli sport invernali» ed un'altra in cui «è la scuola che favorisce e permette l'avvicinamento allo sport».
«Questa non è una chiusura al turismo, ma per favorire l'inclusività di questa settimana bianca si potrebbero promuovere occasioni in super convenzione così da permettere a chi è interessato i avvicinarsi agli sport invernali» conclude Bisesti. Chi invece prende nettamente le distanze da quest'idea è Paolo Pendenza, responsabile dei dirigenti scolastici trentini: «Partiamo da un presupposto sbagliato: è come dire che tutte le famiglie vorrebbero fare la settimana bianca e l'unico ostacolo è la scuola: subordinare il calendario scolastico alle esigenze degli albergatori mi sembra quantomeno eccessivo».
Riprende il presidente dell'associazione nazionale presidi: «Il ruolo principale della scuola è occuparsi d'apprendimento. Se si inserisce questo discorso in un ragionamento più generale, ovvero se sia o meno utile per i ragazzi introdurre una settimana di pausa, come accade per esempio a Pentecoste nel mondo tedesco, a fronte di una riduzione delle lunghe vacanze estive che per gli studenti vanno dal 10 giugno al 10 settembre, allora si può discuterne. Ma chiudere le scuole per fare la settimana bianca mi sembra eccessivo».
«Anche perché - riprende Pendenza - in questo momento, con la crisi energetica e climatica, i prezzi degli alberghi e degli impianti in aumento e le difficoltà economiche delle famiglie, cosa diciamo? Che facciamo qualcosa solo per chi se lo può permettere? Se ci sono problemi con le presenze alberghiere, questi non possono essere imputati alla scuola».