I sindacati bocciano la giunta provinciale: nella manovra nulla per contrastare la riduzione del potere d'acquisto
Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti criticano le scelte di bilancio dell'esecutivo Fugatti per il 2023 definendole "vuote e sorde alle istanze della società trentina"
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TRENTO. "La manovra per il 2023 è sostanzialmente vuota e sorda alle istanze della società trentina e affossa l'ultima possibilità di una concertazione alta tra le istituzioni e le parti economiche e sociali per costruire responsabilmente insieme un'idea comune del futuro del Trentino".
La critica alle scelte della giunta leghista arriva dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, intervenuti nella prima commissione del Consiglio provinciale.
"La giunta - dicono - rinuncia ad esercitare fino in fondo il proprio ruolo di governo per cedere alle logiche spicce degli slogan o delle misure spot. Nella manovra non c'è il minimo accenno ad una politica dei redditi provinciale che provi contrastare gli effetti della riduzione del potere d'acquisto".
Altro capitolo rilevato dai segretari è quello degli investimenti nel welfare territoriale e sul tema della casa, definiti insufficienti dagli esponenti sindacali.
Osservazioni negative esprime oggi anche l'ex presidente della Provincia, oggi consigliere, Ugo Rossi: "L'avanzo di amministrazione della Provincia aumenta sempre di più. Non è un buon segno. Non è indice di efficacia delle scelte politiche e nemmeno di efficienza dell'azione di amministrativa.
È inoltre un pericolo per la nostra autonomia perché potrebbe far pensare a chi ci guarda da fuori che disponiamo di risorse eccessive (cosa peraltro non vera).
E non sarà' certo la manovra di assestamento a risolvere il problema, perché l'avanzo sarà ovviamente utilizzato in quella sede ma finirà per generare altro avanzo l'anno successivo (come successo in questi anni)", ha scritto l'ex esponente del Patt e di Azione.