Diabetici, scattano le nuove regole e scoppia il caos nelle farmacie per la carenza di prodotti
Dal primo gennaio è cambiato il sistema di rifornimento dei presidi, soprattutto siringhe, aghi e strisce reattive. Provincia e Apss hanno deciso che i bandi sono fatti dall'Azienda sanitaria che fornisce poi i prodotti alle farmacie, ma il risultato ha visto l'insufficienza delle consegne e problemi con il sistema informatico
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TRENTO. Nuove regole per i diabetici ed è subito caos. Dal primo gennaio, infatti, è cambiato il sistema di rifornimento dei presidi, soprattutto siringhe, aghi e strisce reattive.Se fino al 31 dicembre i pazienti si rivolgevano alle farmacie ottenendo quanto spettava loro ed erano i farmacisti a chiedere poi il rimborso all'Azienda sanitaria, da inizio anno le cose sono cambiate.
Per contenere i costi Provincia e Apss hanno deciso che i bandi per i presidi saranno fatti dall'Azienda sanitaria stessa che fornirà poi i prodotti alle farmacie.
Il risultato è stato però che negli ultimi giorni i prodotti forniti dall'Apss si sono rivelati insufficienti rispetto alla domanda e che il nuovo software messo a disposizione sempre dall'Apss alle farmacie è andato più volte in tilt rendendo difficoltoso il servizio per chi era al di là del bancone e per gli stessi utenti.
«Purtroppo le cose sono state fatte molto velocemente. Ci hanno chiamato per il corso di formazione per l'utilizzo del software il 29 dicembre, quindi due giorni prima della partenza del sistema - spiega Piero Morelli, presidente di Federfarma del Trentino - . È stato deciso che l'Apss farà la gara per i diversi prodotti e noi semplicemente li consegneremo. In pratica il paziente viene in farmacia, attraverso la tessera sanitaria e al sistema informatico vediamo i presidi di cui ha diritto e poi li ordiniamo attraverso Unifarm, presso cui sono appunto depositati i prodotti acquistati dall'Apss. In questo modo se prima il soggetto doveva venire in farmacia una volta, ora deve venire due. Il ritiro può avvenire nell'arco della stessa giornata o il giorno dopo. Il problema è il fine settimana in quanto se un soggetto richiede i prodotti il sabato mattina li riceve poi il lunedì».
Una nuova modalità che ha decisamente spiazzato gli utenti abituati in altro modo. In Trentino i soggetti affetti da diabete sono 25 mila, il 5% della popolazione trentina. Comprensibile che il nuovo sistema abbia creato qualche malumore. «Noi abbiamo fatto le corse per essere formati e rispondere in maniera adeguata ai nostri clienti - puntualizza Morelli - il problema è stato il software e la quantità di prodotti forniti dall'Apss non sufficiente».
In particolare sono subito terminati gli aghi e alcuni tipi di glucometri. Chi non poteva aspettare, o rinunciava ai controlli oppure doveva acquistare i prodotti. Una spesa non da poco considerato che una confezione di strisce reattive costa una trentina di euro e lo stesso una confezione di aghi.«Capiamo la necessità dell'Azienda e della Provincia di contenere i costi, ma anche i disagi dei pazienti che ora devono venire due volte in farmacia. Una necessità che si ripete una volta al mese quindi se prima venivano 12 volte all'anno a ritirare i presidi ora devono venire 24 volte».
Anche la scelta dei prodotti è limitata. «La gara effettivamente prevede più vincitori ma una serie di tipologie di prodotti limitate. Queste comunque coprono l'80% delle utenze. Rimane un 20% che dovrà cambiare tipo di prodotto. Noi come farmacie avevamo dato la disponibilità ad avere almeno un minimo di magazzino di questi prodotti per evitare i disagi ai pazienti ma ci è stato risposto di no. Ora speriamo che nel giro di pochi giorni i problemi si risolvano». Oltre a questo cambiamento, le farmacie trentine, dal primo gennaio, hanno anche "subito" la decisione della Provincia che ha detto stop ai tamponi Covid gratis.
«Evidente che stanno aspettando chiarimenti da Roma ma come farmacie avevamo dato la nostra disponibilità a proseguire con il servizio anche trattando sui rimborsi visto che sono cambiate anche le condizioni rispetto all'inizio. Hanno invece deciso di non rinnovare, nonostante gennaio e febbraio siamo mesi abbastanza cruciali. Il rischio è che le persone finiscano per non fare i tamponi, facendo così venir meno la tracciabilità del virus. La speranza è che non ci siano recrudescenze».