Tribunale / Minori

Lascia i bambini soli in casa, baby sitter finisce a processo

Rinviata a giudizio per abbandono: erano i figli dell’amica nonché vicina, con la quale da anni c’è reciproca collaborazione. La donna sostiene di essersi assentata per poco tempo, ma nel mentre la zia dei fratellini ha chiamato la polizia

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PRATO In piena notte lascia i tre figli di 4,9,10 anni soli in macchina in una zona malfamata: denunciato per abbandono di minori

di Marica Viganò

TRENTO. I due fratellini di 6 e 11 anni erano a casa da soli. Ma non lasciati a se stessi, come evidenzia la mamma. Di diverso avviso è la procura di Trento, che ha indagato per abbandono di minori la baby sitter, nonché amica di famiglia, incaricata di sorvegliare i bambini nelle ore di assenza dei genitori. Giovedì 19 gennaio la donna, trentenne, è stata rinviata a giudizio.

A denunciare la situazione di presunto abbandono è stata la zia dei piccoli. La vicenda si sviluppa in un contesto peculiare: un piccolo borgo nel Perginese in cui vivono, non senza attriti, alcune famiglie con legami di parentela. Sarà che le abitazioni sono una vicino all'altra, che la privacy è poca, che entrare per disattenzione o dispetto nella proprietà altrui è questione di pochi metri; di fatto negli ultimi anni non sono mancate le discussioni tra vicini. Andare d'accordo con tutti non è facile.

In questa vicenda, tuttavia, l'attenzione si sposta dalle beghe fra privati al benessere di due fratellini. Quando la zia ha capito che i due bambini erano soli in casa, ha chiamato la polizia locale dell'Alta Valsugana. E la pattuglia è arrivata pochi minuti dopo: la segnalazione era corretta, come hanno verificato gli agenti, spiegando poi in una relazione particolareggiata alla procura che in quell'abitazione non c'erano adulti ad occuparsi dei minori.

La baby sitter, amica di famiglia, vicina di casa e mamma pure lei di due bimbi più o meno della stessa età, è stata sentita dagli inquirenti. Assistita dall'avvocato Claudio Tasin si è difesa dall'accusa di abbandono di minori spiegando che la sua abitazione si trova proprio di fronte alla casa in cui vivono i due fratellini, che per la distanza ridotta "ci si può vedere dalle finestre" e che ci si impiega un minuto per spostarsi da un domicilio all'altro.

Quel giorno, era maggio di due anni fa, si era accordata con la mamma dei bambini per andare a prendere in auto il più piccolo alla scuola elementare e, una volta tornati insieme a casa, raggiungere a piedi la fermata dello scuolabus dove sarebbe arrivato di lì a poco il maggiore dei due, 11 anni. Nell'abitazione famigliare dei bambini la baby sitter ha preparato loro il pranzo, ha riassettato e consentito ai fratellini di giocare con la Playstation.

La donna ha precisato che nel pomeriggio si era assentata dalla casa dei bambini per andare a prendere alla vicina fermata dello scuolabus la figlia alle 14.45 e, verso le 16, il figlio. Come era solita fare, ha precisato la donna, data la vicinanza delle case si era spostata più volte in quel pomeriggio dalla sua abitazione a quella in cui c'erano i due fratellini. Ha raccontato che era da una decina d'anni che lei e la madre dei bambini di cui si stava prendendo cura quel pomeriggio si aiutavano reciprocamente nella gestione dei figli.

Evidentemente non c'era stato alcun tipo di problema. Quando la baby sitter ha visto la macchina della polizia locale sotto casa, ha pensato che gli agenti fossero intervenuti per una querela o per consegnare atti all'altra famiglia residente. Ma non era così, come gli stessi operatori hanno spiegato: era stata la zia dei bambini, che vive al piano di sotto, a chiedere l'intervento della pattuglia sentendo i nipoti che giocavano da soli.

Nell'agosto scorso il pubblico ministero Marco Gallina ha chiesto che la baby sitter fosse giudicata perché ritenuta responsabile del reato di abbandono di minori. Ieri l'udienza preliminare davanti al gup Marco Tamburrino, che ha disposto il rinvio a giudizio. 

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