Il Consiglio Educativo chiede le dimissioni del consigliere Paccher, lui replica: «non sono contro le insegnanti»
Hanno alzato un polverone le parole con cui il vice presidente del consiglio regionale, leghista, ha tacciato le insegnanti delle scuole materne, contrarie all’apertura in luglio: «Sembra che ogni anno ci sia una scusa diversa per non lavorare»
REPLICA "Non sono contro le insegnanti. Troviamo insieme una soluzione"
ZANNINI "Bisesti prenda le distanze dalle vergognose dichiarazioni"
L'ACCUSA Paccher: “Ogni anno una scusa diversa per non lavorare”
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TRENTO. Hanno sollevato un polverone le parole di Roberto Paccher, vice presidente del consiglio regionale, leghista, che nei giorni scorsi aveva tacciato le insegnanti delle scuole materne, scese in piazza per protestare contro la decisione della Provincia di tenere aperte le scuole anche nel mese di luglio, di protestare per la poca voglia di lavorare e per mantenersi il privilegio di ricevere un mese di stipendio senza muovere un dito.
In prima battuta il sindacato aveva replicato chiedendo a Paccher pubbliche scuse per aver offeso la dignità delle insegnanti svilendone il ruolo educativo. Ora sono i vertici del Consiglio del Sistema Educativo provinciale, il presidente Giovanni Ceschi, docente al Prati, e il suo vice Maurizio Freschi, che è anche presidente della Consulta provinciale dei genitori, a stigmatizzare le parole di Paccher in una lunga nota che si conclude con una richiesta di dimissioni:
«Siamo ormai abituati - scrivono - ad ascoltare e leggere esternazioni di politici (in questo caso, meglio forse “politicanti”) basate su preconcetti personali non avvalorati da alcun supporto reale. La cosa però si fa assai più imbarazzante quando esponenti di uno stesso partito, uniti nella stessa azione di governo, riescono a contraddire le proprie dichiarazioni riportate in documenti ufficiali solo per supportare scelte demagogiche finalizzate a contenere un’emorragia di voti».
«Da un lato si investono risorse (economiche e umane) in interventi finalizzati all’educazione dei minori e al contrasto di fenomeni sociali (bullismo, cyberbullismo, ecc.) dove s’invoca una maggiore collaborazione tra famiglie e istituzioni scolastiche, invitando le prime a non screditare la figura dell’insegnante privandola quindi della sua reale forza educativa. Dall’altro quegli stessi politici che investono risorse pubbliche in tali azioni si permettono di definire gli insegnanti come parassiti nullafacenti che antepongono interessi personali al lavoro per il benessere di bambini e ragazzi».
«A questo punto non resta che aspettarsi dall’assessore Mirko Bisesti una posizione chiara in difesa degli insegnanti del sistema educativo trentino poiché, non risultando applicate o richieste misure disciplinari nei confronti dell’intera categoria, le recenti esternazioni di consiglieri del partito di maggioranza risultano offensive e screditanti. In un paese civile, quando delle figure istituzionali si permettono di screditare cittadini e lavoratori senza che sia stato mosso loro alcun addebito formale, sarebbero doverose le loro dimissioni» ha concluso il Consiglio.
Decisamente contrario a quello espresso dall’alleato leghista è anche il pensiero di Claudio Cia, capogruppo in consiglio provinciale di Fratelli d’Italia, che ieri ha indirettamente commentato l’uscita di Paccher in un post su Facebook.
Sopra alla riproduzione della frase del consigliere leghista tratta dall’Adige Cia mette il suo commento decisamente a favore delle insegnanti e del loro ruolo: «Mi piace considerare ogni insegnante il più grande investimento per i nostri figli. E se abbiamo a cuore i nostri figli, non possiamo sminuire e umiliare i nostri insegnanti e trattare la scuola alla stregua di un babysitteraggio».
Le frasi di Paccher suscitano indignazione nel centrosinistra. La deputata del Pd Sara Ferrari definisce le sue parole una «diffamazione pubblica» nei confronti di un’intera categoria. «Non solo è inaccettabile per l’offesa gratuita e infondata gettata addosso in maniera generica ad un intero gruppo - afferma ferrari - ma è gravemente irresponsabile perché rischia di ledere profondamente il delicato rapporto di stima e fiducia reciproca tra le famiglie e le insegnanti».
«Chiedo al presidente della Provincia Fugatti, che in Trentino deve essere il garante degli interessi dei cittadini e delle cittadine, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei bambini e delle bambine di prendere apertamente le distanze dalle infamanti dichiarazioni del consigliere del suo partito» ha concluso.