Coronavirus / Giustizia

Una trentina di verbali e multe per il locale sempre aperto durante il Covid, ma per il giudice non è reato

Il bar Mesa Verde era stato uno dei pochi in tutta la provincia a non chiudere mai, aderendo alla campagna nazionale #ioapro. L'accusa di inosservanza dei provvedimenti delle autorità è dunque caduta

BORGO Stangata per la barista no-vax

TRENTO. «Non si tratta di non voler pagare le multe: noi stiamo facendo valere la Costituzione italiana. Un domani contiamo sul fatto che il giudice ci darà ragione». Questo diceva nella primavera del 2021 Yvan Arturo Bruno Verano, che all'epoca era dipendente del bar Mesa Verde di via Pranzelores gestito dalla sorella Elisabet: una trentina i verbali collezionati e decine di euro di multa per non aver rispettato le norme anti-Covid. Ora è stato dato un colpo di spugna ai 6.800 euro di sanzione e all'accusa di aver disobbedito all'autorità: davanti al gup Marco Tamburrino, l'uomo è stato assolto assieme al padre perché "il fatto non costituisce reato".

La contestazione risale al periodo della chiusura anticipata dei locali pubblici, il "coprifuoco", una delle misure adottate contro la diffusione del virus. Il bar Mesa Verde era stato uno dei pochi in tutta la provincia a non chiudere mai, aderendo alla campagna nazionale #ioapro. L'accusa di inosservanza dei provvedimenti delle autorità è dunque caduta.

«Siamo contenti» è il commento di Yvan Arturo. Soddisfazione è espressa dall'avvocato Lorenzo Nannelli del foro di Firenze, legale del movimento #ioapro. «I tribunali d'Italia stanno sposando la tesi che sosteniamo: la disobbedienza della normativa Covid, ossia l'inosservanza del provvedimento dell'autorità in questa fattispecie non è reato - spiega il legale - Ci sono sentenze della Cassazione del 2021 e del 2022 che lo hanno stabilito, tanto che nel decreto legge tale disobbedienza veniva considerata illecito amministrativo. Il punto è che molte procure hanno applicato il decreto precedente senza chiedersi quale fosse la giurisprudenza prevalente».

Per chi violava la normativa, che prevedeva tra l'altro l'orario anticipato di chiusura dei locali pubblici e la somministrazione di cibi e bevande secondo disposizioni ben precise, era prevista una sanzione minima di 400 euro.

«Noi di multe ne abbiamo ricevute ben 27, anche tre al giorno - ricorda Yvan Arturo Bruno - Lo abbiamo sempre detto: tenevamo aperto non per violare le norme, ma perché avevamo bisogno di lavorare».

Per padre e figlio c'era stato un decreto penale di condanna. «Con la trasformazione della pena in contravvenzione economica si rimane comunque sul piano penale: è una fattispecie punitiva - spiega il legale - Noi ci siamo opposti al decreto chiedendo il rito abbreviato». Alla prima udienza, è arrivata l'assoluzione: non c'è stato reato.

comments powered by Disqus