Docenti, stesso diritto all’anzianità per contratti a tempo determinato e di ruolo
La sentenza della Cassazione dà ragione agli insegnanti ricorrenti. Il segretario generale di Fenalt, Valentinotti: «Spesso la ricostruzione della carriera è un'incombenza che si rimanda al momento della pensione. Invece è necessario pensarci ora e procedere ai ricorsi per farsi riconoscere i diritti lesi»
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TRENTO. La Corte di Cassazione ha pubblicato in questi giorni una nuova sentenza a ribadire che i docenti con contratto a tempo determinato hanno lo stesso diritto dei colleghi di ruolo a vedersi riconosciuta l'anzianità di servizio. Lo comunica il sindacato Fenalt in una nota.
Al di là del risarcimento economico per i docenti ricorrenti, la nuova sentenza della Corte di Cassazione, che ricalca la sentenza ottenuta da Fenalt l'anno scorso) ribadisce un principio di grande importanza, che ora spiana la strada ad altri ricorsi. «Pur non essendo applicabile alla scuola l'obbligo all'assunzione in ruolo derivante dalla normativa europea contro la reiterazione abusiva dei contratti a termine - afferma Maurizio Valentinotti, segretario generale Fenalt - l'amministrazione provinciale ha illecitamente tratto vantaggio da questa circostanza: la Pat avrebbe dovuto invece trattare i docenti precari al pari dei colleghi di ruolo, innanzitutto riconoscendone l'anzianità di servizio e dunque anche gli scatti retributivi e contributivi».
«È importante che i docenti trentini siano al corrente di questa possibilità: molti in questi giorni vengono a chiederci informazioni senza aver ben chiare le cose perché spesso la ricostruzione della carriera è un'incombenza che si rimanda al momento della pensione. Invece è necessario pensarci ora e procedere ai ricorsi per farsi riconoscere i diritti lesi», conclude il sindacalista.
Oltre ai docenti attualmente assunti con contratto a tempo determinato, il principio interessa anche i colleghi che hanno già ottenuto la ricostruzione di carriera in seguito all'assunzione in ruolo. Le procedure di ricostruzione adottate dall'Amministrazione provinciale, infatti, non restituiscono interamente al lavoratore quanto maturato negli anni di precariato. Fenalt, si legge ancora nella nota, invita i docenti a verificare le proprie ricostruzioni di carriera con i patronati e le organizzazioni sindacali e si rende disponibile a sostenerli nel far valere i propri diritti.