Stipendi dei consiglieri regionali sempre più alti, la rabbia dei sindacati: “Basta trucchetti per aumentarli”
Cgil, Cisl e Uil all'attacco: “Con un’inflazione che in Trentino è data saldamente nel triennio sopra il 15%, con oltre la metà dei lavoratori dipendenti senza rinnovo contrattuale e quindi con un potere d’acquisto in caduta libera per le famiglie della nostra provincia, scelte che vanno nella direzione di rafforzare i privilegi invece che rimuoverli sono inaccettabili”
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TRENTO. Via gli automatismi per gli adeguamenti e no a trucchetti per aumentare ancora le retribuzioni dei consiglieri regionali. Lo chiedono con forza Cgil, Cisl e Uil al Consiglio regionale perché “crediamo che gli adeguamenti dei trattamenti economici dei politici debbano avere lo stesso meccanismo delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.
”Il gioco delle tre carte tra indennità, diarie e rimborsi spese nasconde, temiamo, lo scopo di mantenere un privilegio, contribuendo ad ampliare pericolosamente la distanza tra i cittadini e chi li rappresenta. Chiediamo, dunque, un atto di responsabilità a tutte le forze politiche in Consiglio regionale, perché si sani la ferita dell’attuale legge sulle indennità voluta da Svp e Lega. Non vorremmo inoltre che il disegno di legge Nogler fosse solo la prova generale per riaprire la discussione sui vitalizi”.
“Con un’inflazione che in Trentino è data saldamente nel triennio sopra il 15%, con oltre la metà dei lavoratori dipendenti senza rinnovo contrattuale e quindi con un potere d’acquisto in caduta libera per le famiglie della nostra provincia, scelte che vanno nella direzione di rafforzare i privilegi invece che rimuoverli sono inaccettabili”.
”Vorremmo vedere almeno una volta i nostri politici che affrontano con franchezza e concretezza la questione salariale, che anche nella nostra provincia sta diventando per alcune fasce della popolazione una vera emergenza”.